“Non c’è molto da dire. Vediamo cosa succede, come evolve la situazione e poi decideremo cosa fare. Ma quasi sicuramente qualcuno di noi, della famiglia, andrà lì”. A dirlo all’Adnkronos è Antonio, nipote di Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi e catturato in Bolivia dopo che aveva fatto perdere le proprie tracce lo scorso dicembre.
“L’ultimo contatto lo avevamo avuto più di due mesi fa – racconta ancora il nipote – poi più nulla. Comunque, non lo abbiamo abbandonato finora e non lo faremo ora”. adnk
Il ministro Salvini: “Il mio primo pensiero va oggi ai famigliari delle vittime di questo assassino, che per troppo tempo si è goduto una vita che ha vigliaccamente tolto ad altri, coccolato dalle sinistre di mezzo mondo. È finita la pacchia. #dalleparoleaifatti”. Così il ministro Matteo Salvini commenta l’arresto in Bolivia di Cesare Battisti.
“Ringrazio per il grande lavoro le forze dell’ordine italiane e straniere, la Polizia di Stato, l’Interpol, l’Aise e tutti coloro che hanno lavorato per la cattura di Cesare Battisti – aggiunge Salvini – un delinquente che non merita una comoda vita in spiaggia, ma di finire i suoi giorni in galera”. “Grazie di cuore al presidente Jair Bolsonaro e al nuovo governo brasiliano per il mutato clima politico che, insieme a un positivo scenario internazionale dove l’Italia è tornata protagonista, hanno permesso questo successo atteso da anni, grazie alle autorità boliviane e alla collaborazione di altri Paesi amici”, ha detto ancora il ministro dell’Interno.