IMOLA, 2 Aprile – L’unica spiegazione che sono riuscito a darmi alla luce del tanto chiacchierato Art. 18 dello Statuto dei Lavoratori italiano, che implementa la cosiddetta tutela reale disciplinando il caso di licenziamento illegittimo (perché effettuato senza comunicazione dei motivi, perché ingiustificato o perché discriminatorio) di un singolo lavoratore, è quella di consentire alle aziende di licenziare coloro che non sono qualificati, specializzati e con esperienza, per assumere il primo sceso da un barcone, ma con un costo inferiroe almeno del 50%.
Se è vero che in Italia ci sono sei milioni di disoccuppati, è anche vero che la maggioranza di questi, sono immigrati che nei loro paesi d’origine – ammesso che lavorassero – percepivano a secondo della loro area di proveniza,dai 20 ai 200 euro mensili. Inoltre, è altrettanto vero che vi sono almeno altri 4/5 milioni di clandestini che non sono clandestini in quanto hanno più diritti degli italiani, che se non lavorano, rubano, rapinano, sfruttano, spacciano, e rinpinguano la criminalità organizzata e non.
Questa gente e gentaglia, queste cosiddette risorse umane oggi è sul mercato, ed è disponibile a subentrare domattina stesso, a qualsiasi padre di famiglia che ha dei figli da mantenere e il mutuo da pagare.
Ma si sà, l’imprenditore non è un benefattore, l’azienda non è una onlus. Quindi, chi glielo fa fare ad un imprenditore di tenere il Signor Bianchi a mille/mlleduecento euro mensili, quando lo possono sostituire con Mohammed che è ben felice di prenderne la metà?
D’altronde, con la globalizzazione, chi ha voluto e potuto restare sul mercato, il più delle volte, lo ha fatto convertendo ma soprattutto delocalizzando. Delocalizzare significa, avere sicuramente meno leggi da rispettare, vuol dire certamente non avere la pressione fiscale da regimi autoritari come abbiamo noi, e soprattutto, un costo del lavoro nettamente inferiore.
Ma veniamo alla domanda più gettonata che si fanno in tanti: cosa c’entra, l’Art.18 con “crescitalia”?
C’entra, eccome se c’entra, ed è esattamente come ho appena detto. E’ inutile raccontarsi balle, abolire l’Art.18, offre la possibilità alle aziende, di assumere e licenziare come e quando vogliono. Anche se, tutti dimenticano l’Art. 1 della nostra Costituzione la quale recita testualmente: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
E’ ovvio che nessuno la rispetta. Perchè se fosse così, non saremmo di fatto in una Repubblica presidenziale, dove è stata sospesa la democrazia e la sovranità non appartiene più al Popolo e tantomeno al Parlamento, perchè è stata ceduta alla Ue.
Ora. io non dico che non si possa rimettere in discusssione l’Art.18 e ricercare soluzioni che vadano incontro alle esigenze sia di chi dà la prestazione che il lavoro. Ma ritengo fondamentale contestualizzare questa riforma co il momento epocale che stiamo attraversando. Volere abolire oggi, a tutti i costi l’Art.18, dimostra palesemente che lo si vuol fare proprio per questo motivo. Ricambiare i lavoratori per avere costi nettamente inferiori. Ed per questo motivo che io sono nettamente contrario.
Armando Manocchia