Turiste decapitate, il Marocco si vanta per la rapidità degli arresti

di Euronews

Il Marocco è sotto choc per l’assassinio delle due ragazze scandinave Louisa Jespersen e Maren Ueland, i cui corpi martoriati sono stati rinvenuti sulla via per il monte Toubkal, sulla catena dell’Alto Atlante marocchino. Quattro le persone sotto inchiesta arrestate. Intanto, il procuratore generale ha confermato l’autenticità del filmato, diffuso via twitter, che ritrae i sospettati mentre giurano fedeltà al Califfato e dove gli stessi si dicono anche pronti a rispondere alla chiamata dell’Isis per commettere attentati.

Il portavoce del governo, Mustapha El Khalfi, ha rivendicato – durante la conferenza stampa tenutasi a Rabat – la velocità con la quale gli arresti sono stati effettuati (prima di tre dei sospetti mentre l’ultimo a parte) e ha voluto sottolineare, poi, quanto sia importante l’area interessata per il turismo del Paese. Caute le parole sulla matrice terroristica, dunque, sebbene il video – diffuso via social e la cui autenticità è stata confermata dal procuratore generale titolare dell’inchiesta – sembra confermare la matrice terroristica.

Le mobilitazioni della società civile si moltiplicano e sono previsti sit-in davanti alle ambasciate di Danimarca e di Svezia a Rabat, sabato 22 dicembre, a partire dalle prime ore del mattino. Petizioni on line rivolte al sovrano chiedono inoltre il ripristino della pena di morte che vige nel codice penale ma non è applicata sin dal 1993.

I corpi di Louisa Jespersen e Maren Ueland sono stati rimpatriati la sera stessa del 20 dicembre.

Un omicidio “politicamente motivato e quindi un atto di terrorismo”, ha affermato invece il primo ministro danese Lars Loekke Rasmussen (una delle due ragazze, la Jespersen era danese) secondo il quale “ci sono ancora forze oscure che vogliono combattere i nostri valori” e di fronte alle quali “non dobbiamo arrenderci”.