“Ci si dovrebbe sdraiare lui sulla croce, ce lo vedrei bene”. Questo è solo uno dei tanti commenti apparsi nei giorni scorsi sulla pagina Facebook del senatore leghista William De Vecchis.
La sua colpa? Più d’una a quanto pare. In primis quella d’aver denunciato la presunta sparizione dei crocifissi da alcune aule di una scuola primaria di Fiumincino (il sindaco, Esterino Montino, è il marito della Cirinnà, ndr). E di aver inaugurato un vero e proprio giallo che si è concluso con la smentita della preside. Secondo la dirigente scolastica, infatti, non si sarebbe verificata nessuna rimozione ma, più semplicemente, i crocifissi in dotazione alla scuola non sarebbero sufficienti per tutte le classi. In secondo luogo, al senatore del Carroccio è stata anche addebitata la decisione di aver riportato in aula i crocifissi mancanti acquistandoli di tasca propria. Insomma, ce n’è abbastanza per far ribollire il sangue dei laicisti da tastiera che, stando a quello che racconta De Vecchis, avrebbero inaugurato nei suoi confronti una vera e propria “rappresaglia social”.
Non solo “offese generiche”, spiega il senatore a Il Giornale.it, perché c’è anche chi scrive che lo vorrebbe vedere “sdraiato sulla croce” e chi reclama “qualche chiodo in più per De Vecchis”. “Che il mio gesto avrebbe diviso gli utenti – prosegue De Vecchis – me lo aspettavo ed ero pronto alle critiche e al confronto anche acceso, ma mai mi sarei immaginato che qualcuno arrivasse ad augurarmi il martirio”. Nonostante questo, però, chiarisce che non intende “denunciare nessuno”. Perché si tratta solo di “pagliacciate di pessimo gusto che sono l’ennesima dimostrazione di quanto sia basso il livello di certi interlocutori”. La sua risposta migliore allora sarà quella di continuare questa “battaglia di civiltà” estendendo il suo intervento “a tutte le scuole di tutto il Comune di Fiumicino”.
Reazione anche di Roberto Grendene, responsabile nazionale delle campagne dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, impegnato da anni per “liberare” i luoghi istituzionali dai simboli religiosi. Per Grendene “il crocifisso a scuola fu imposto solo col fascismo” e non sarebbe quindi esatto identificare la sua presenza come un elemento della nostra tradizione.
Nel frattempo, una cordata di senatori del Carroccio (Massimo Candura, Roberto Marti, Cesare Pianasso, Gianfranco Rufa, Paolo Saviane, Cristiano Zuliani) ha speso parole di solidarietà nei confronti del collega. “Chi crede nel confronto leale e democratico – scrivono – non può tollerare le offese, gli insulti e le intimidazioni”. Poi l’auspicio “che tutte le forze politiche condannino affermazioni così minacciose e deliranti” e la consapevolezza che “se questi leoni da tastiera pensano di fermare la Lega e le sue battaglie con questi mezzucci si sbagliano di grosso”.