Dopo la trovata del doppio libretto per gli studenti che soffrono di disforia di genere (disturbo dell’identità di genere, o per dirla più terra terra agli studenti uomini che si sentono donne e viceversa) l’Università di Cagliari ha rilasciato 12 ‘#passaporti europei universitari’ per rifugiati e richiedenti asilo. Un progetto ideato dal Consiglio d’Europa, prontamente sostenuto dal rettore Del Zompo, primo Ateneo in Italia.
Il ‘passaporto europeo universitario’ è un background paper ovvero uno strumento che, tramite la compilazione da parte dei candidati di uno questionario e l’intervista da parte di una coppia di valutatori di titoli, ricostruisce il loro percorso di studio e professionale. Non è un vero passaporto, non sostituisce alcun tipo di documentazione identificativa, non garantisce l’ammissione a un corso di studi né ad alcuna assunzione lavorativa, ma è comunque un documento poichè riporta informazioni affidabili (si presume, diciamo noi) e rappresenta un primo passo verso il mondo del lavoro e la possibilità di proseguire gli studi ed è pensato per facilitare l’inserimento lavorativo dei rifugiati.
Questa ultima ‘trovata’ del Consiglio d’Europa, come la si metta, rimane uno schiaffo per i nostri studenti che, nel caso manchi loro un qualsiasi documento, devono districarsi tra i dedali della burocrazia universitaria e non godono di alcuna facilitazione per inserirsi nel mondo del lavoro.
On. Mario Borghezio
Deputato Lega Nord al P.E.