La ministra dice ‘Signorsì’ al sottosegretario e umilia i nostri Soldati

Umiliata da Vito Crimi. Un ministro della difesa che viene presa a schiaffi – per fortuna metaforicamente – da un sottosegretario sbrigativo e buonista sulla festa delle forze armate, come fa a restare ancora al suo posto, con assoluto disprezzo della dignità?

Nelle scorse settimane aveva suscitato un mare di polemiche la notizia del video censurato da palazzo Chigi sul Quattro Novembre. Si raccontava di riunioni concitate, qualche urlo, e un signorsì pronunciato da chi per istituto li ascolta dai militari al proprio indirizzo. E invece ad essere messa sugli attenti dal sottosegretario Vito Crimi è stata proprio Elisabetta Trenta, ministro della difesa ridicolizzata dall’ufficiale di picchetto di palazzo Chigi che sovraintende alla comunicazione del governo.

Il video celebrativo delle Forze Armate – nel Centenario della Vittoria della grande guerra – è stato censurato perché il buonismo imperante nella cultura sinistrorsa che impregna anche i Cinque stelle non può tollerare che un soldato combatta.

Sulla questione, Maurizio Gasparri, assieme ad altri parlamentari di Forza Italia, aveva presentato un’interrogazione proprio per capire cosa fosse successo. E anche Fratelli d’Italia aveva protestato con un altro video di Giorgia Meloni.

Alla Difesa, prima era stato preparato un video di un minuto, che poi era stato modificato, e si era appreso di una ulteriore pellicola ridotta a trenta secondi, anch’essa successivamente manipolata. Scriveva Gasparri: “Il filmato (originario) è molto efficace e per tale ragione è stato pubblicato su diverse pagine dei social network”. Quindi – la domanda – è vero che è stato censurato e successivamente modificato? E perché?

Desolante la risposta scritta del ministro della Difesa, pubblicata sul sito del Senato. (Si’, ci ho provato, mi sono anche arrabbiata, ma non ci sono riuscita ad evitare manipolazioni). Tra parentesi la sostanza, la forma non molto lontana: “Lo spot in questione era stato realizzato dalla precedente compagine governativa che, tuttavia, non ne aveva autorizzato la divulgazione”.

Gia’, Gentiloni e Pinotti non potevano sopportarlo. Invece la Trenta, dopo averlo visionato e “apportate specifiche modifiche” aveva ritenuto che almeno la nuova versione “rispondesse efficacemente alle finalità per le quali era stato realizzato, poiché rendeva in maniera compiuta, sia la complessità dei compiti svolti dai nostri militari, sia la misura del sacrificio che ne costituisce il presupposto”.

Manco per nulla, Crimi le ha fatto marameo: “Il Dipartimento non ha ritenuto di procederne alla divulgazione per le immagini ritenute ‘troppo violente’”. E lei? “Ne ho preso semplicemente atto, seppur con rammarico, nello spirito del mio pieno e consapevole impegno a servire le Istituzioni senza riserve e con lealta”. Non sia mai rischiare una Caporetto…

È veramente intollerabile che si sia proibito, anche se poi ci ha pensato la rete – come riproponiamo anche noi qui sotto – a tentare di censurare la visione di un video che esalta il soldato italiano nella giornata delle forze armate che un sottosegretario si permette di spacciare come violento.

Cent’anni dopo pagine gloriose, solo politici felloni possono avere paura della verità rappresentata dalle immagini. Noi proviamo tristezza per la nostra Patria.

Francesco Storace