Arriva finalmente la nuova Rai per raccontare la verità

di Francesco Storace

Ve lo immaginate Fabio Fazio che dice a Luciana Littizzetto “facciamo le valigie”? E Roberto Saviano che telefona in continuazione al settimo piano di viale Mazzini e non gli risponde nessuno?

Da mercoledì – se le previsioni saranno confermate – arriverà finalmente la nuova Rai di Marcello Foa e di Fabrizio Salini, presidente e amministratore delegato dell’azienda del servizio pubblico radiotelevisivo. Scio’ compagni, da ora si lavora solo se si è bravi: la pacca sulle spalle di Renzi (e contro Renzi purché Pd) non basta più.

“Vergogna!”. “Lottizzatori!”. “Il canone!”. Già li sentiamo i cialtroni che la Rai l’hanno spolpata strillare contro i nuovi direttori di Tg e reti. Li vedremo agitare la Costituzione e tanti rotoli di carta igienica in nome della pretesa di continuare a comandare come se fossimo ancora a prima del 4 marzo.

Questa settimana saremo a otto mesi dalle elezioni e avranno la faccia tosta di protestare. “La robba”. “La ciccia”. Tutto finito, salvo qualche briciola che vi tireranno per sfamarvi, ma si cambia, si deve cambiare, perché la maggioranza degli italiani non vuole essere più costretta a cambiare canale (anche perché si trova pure Gerardo Greco a Mediaset).

Semplicemente tutti dovranno fare i conti con la fine del monopolio rosso, dovranno capire che destra e sovranismo non sono parolacce, e che l’Europa non è il patibolo dove impiccare il popolo italiano. La fine dell’egemonia culturale della sinistra dovrà essere compiuta dalla nuova Rai, la missione serve in fondo a liberare definitivamente l’Italia.

Il cambio di passo sarà utile a far appassionare gli utenti della TV ad un nuovo modello di informazione, vera, non omologata, seria.

Domande al potere e non carezze; inchieste sulla conservazione che non molla l’osso; dove sperperano quattrini regioni, enti locali e migliaia di partecipate di questo Paese ricco di amministratori inutili; che fanno troppi clandestini in Italia.

E come vengono spese, euro dopo euro, le risorse comunitarie. Già diamo a Bruxelles più di quanto incassiamo, è un crimine non mettere a frutto quello di cui si potrebbe disporre in termini economici.

Non sarà facile il rapporto della nuova Rai neppure col governo; perché occorrerà fare i conti – se si vuole fare informazione e non lecchinaggio – anche con i dilettantismi pentastellati, magari senza la malafede dei burocrati della notizia piddiota che abbondano in azienda.

Ministri e sottosegretari siano un tantinello meno suscettibili di quanto abbiamo visto in questi mesi soprattutto sotto le bandiere grilline: basterà rispondere alle domande con calma e gentilezza. Chi governa deve riuscire ad avere i nervi a posto.

Perché alla fine quello che ci aspettiamo dalla Rai non è una nuova, triste stagione di zerbinaggio al potere di turno, ma una grande battaglia di libertà contro il pensiero unico che da troppo tempo ammorba l’informazione della TV di Stato.

Fateci respirare aria nuova, sentire notizie che vengono dalla società vera e non più dai catafalchi della vecchia partitocrazia.

Non ci vuole coraggio: basta un po’ di buona volontà.