L’Europa vuole piegarci. Ormai hanno imbracciato le armi finanziarie contro di noi.
Tanti poteri senza consenso puntano ad umiliare l’Italia, a farne terreno di conquista per i loro affari sui mercati. Ma il governo non deve mollare. Ne perderebbe anzitutto in credibilità.
La manovra economica è sotto la responsabilità delle forze politiche più votate dagli italiani e sarebbe un delitto tornare indietro perché i burocrati di Bruxelles negano a Roma quel che hanno concesso per anni a Madrid, Parigi, Berlino.
Dalle carte inviate a Juncker e soci emerge un’Italia nuova, che punta alla pensione per i cittadini che si sono spaccati la schiena di lavoro senza attendere i tempi biblici della Fornero, a ricucire i rapporti tra fisco e contribuenti, a cominciare ad abbassare una tassazione insopportabile, a dare solidarietà a chi non riesce ancora a lavorare o ha perso l’occupazione.
Guai a chi pensa di invertire cio’ che è stato concordato a fatica tra Lega e Cinque stelle. Anzitutto perché non era facile mettere assieme forze politiche che si erano avversate in campagna elettorale. E soprattutto vorrebbe dire annullare ogni aspirazione alla sovranità nazionale, a decidere in casa nostra e a rinunciare a governare il popolo secondo un programma – il contratto – : ci troveremmo insomma a subire di scrivere i conti dello Stato, ancora una volta, facendoci dettare il compitino dall’Unione Europea.
Ma non è più quel tempo la’. Se l’Italia sarà determinata, sarà complicato per la nomenklatura comunitaria mettere su le condizioni per uno scenario da Troika. Noi non siamo la Grecia delle battaglie a vuoto, siamo una grande Nazione e il solo fatto che possano pensare di commissariarci è davvero criminale.
Che ha fatto di male l’esecutivo per scatenare il pandemonio che scende da Bruxelles? Tiriamo fuori, con possibile chiarezza, la realtà incontrovertibile delle cifre vere.
Il governo Conte ha preso l’1,2 di rapporto deficit-Pil lasciato dal governo Gentiloni (che non ci aveva preso con i numeretti); ha caricato uno 0,7 per non aumentare l’Iva (che avrebbe danneggiato fortemente i consumi) e ci ha messo di suo uno striminzito 0,5 per cento (!) arrivando alla percentuale del 2,4. Tutto qui lo scandalo? E il famoso 3 per cento puntualmente scavalcato da tanti paesi europei ogni anno non conta più nulla? Tutto questo, appena questo, è sufficiente per minacciarci?
Evidentemente no, dietro le tante, troppe e inutili parole europee c’è solo il disegno di fare man bassa dei beni nazionali, magari costringerci pure ad una bella patrimoniale sulla casa, invadere l’Italia a suon di speculazione.
Il piano appare chiarissimo non appena si muovono le solite agenzie di rating che fiaccano ogni tentativo di alzare la testa per far prevalere i diritti dei popoli rispetto alle pretese dei mercati senza volto. Ci vogliono mortificare.
Vanno respinti senza se e senza ma. Ne va dell’onore di un popolo. Della dignità di una nazione. Dei sacrifici di decine di milioni di persone.