Un doppio scandalo: nessuno in venti giorni dalla segnalazione di sporcizia e inadeguatezza si è preso la briga di ispezionare la struttura di accoglienza a Cento (Ferrara), dove gli scarafaggi scorrazzano liberi tra mamme e bambini. I gestori della casa famiglia hanno chiamato degli operari (elettricisti, idraulici, muratori) per migliorare alcuni aspetti disastrosi dell’edificio. Ma fino ad ora né Servizi sociali, né i carabinieri del Nas, né i tecnici comunali, né l’Asl, nessuno si è preso la briga di fare un controllo per verificare il vero stato della struttura di accoglienza.
«Cos’è? Stanno aspettando di andarci dopo che una mano di bianco alle pareti e qualche mattonella nuova renderanno la struttura più accogliente?» si interroga l’avvocato Francesco Miraglia, che ha reso noto pubblicamente lo scarso grado di igiene in cui versa la casa famiglia. Scarafaggi che camminano tranquilli sulle piastrelle del bagno, dove la doccia gronda di ruggine e muffa. Pareti scrostate e piene di crepe e fessure. Fili elettrici pericolosamente scoperti. Questa è una casa famiglia dove alloggiano otto mamme con i loro bambini, collocati nella struttura dai Servizi sociali per allontanarli da complicate situazioni familiari. Non una casa famiglia di una Regione poco attenta al benessere sociale dei suoi cittadini, bensì a Ferrara, nell’Emilia Romagna che fa della cura del welfare d’eccezione il suo fiore all’occhiello.
«Pur avendo personalmente informato della grave situazione i Nas e la Procura, sia generale che minorile» continua l’avvocato Miraglia, «ancora nessuno ha pensato di ispezionare la struttura. Ora, o esiste un vero e proprio lassismo, impensabile quando si tratta del benessere di bambini; oppure viene da pensare a una connivenza tra i gestori e gli enti deputati a controllare e si vuol far passare tutto sotto silenzio, dando tempo a chi gestisce la comunità di rimettere a posto lo stabile prima di svolgere un controllo formale, per non creargli problemi. Entrambe ipotesi di una gravità inaudita. Sappiamo per certo che la Regione Emilia Romagna ha contattato il Comune, ma finora non ci risulta che questo abbia mosso un dito per verificare le condizioni igienico sanitarie.
A questo punto l’intervento deve essere radicale e non comprendere solo la struttura in sé, ma va allargato anche ai legami che questa ha all’esterno. Qui si tratta della salute di mamme e bambini: come si può soprassedere con così tanta facilità e noncuranza?».
Avv. Francesco Miraglia