Revoca scorta: negato diritto di accesso agli atti al Capitano Ultimo

Sono trascorsi 47 giorni da quel 3 settembre quando la revoca della scorta al Colonnello Sergio De Caprio è diventata definitiva e nulla è cambiato.

Ogni giorno scorre mostrando quello spirito di mafiosita’ che si insedia sempre più nelle istituzioni raggiungendo un paradossale apice quando il Prefetto di Roma Paola Basilone, ha negato l’accesso agli atti riguardanti la revoca della scorta allo stesso Capitano Ultimo con la seguente motivazione: “gli atti soggiacciono a divieto di divulgazione” non meglio specificando le motivazioni.

Se è vero che la mafia si avvale di funzionari di Stato compiacenti per raggiungere il proprio scopo, questa vicenda ne è l’esempio eclatante.

Viene negato il diritto del cittadino di accedere agli atti secondo l’art. 22 della Legge 241/90 “al fine di assicurare la trasparenza dell’attività amministrativa e di favorire lo svolgimento IMPARZIALE….
L’ accesso è escluso per i documenti coperti da segreto di Stato, nonché nei casi di segreto o di divieto di divulgazione. Quale sarebbe, in concreto, il divieto di divulgazione nel caso specifico? Perché al Colonnello De Caprio viene negato il diritto a visionare gli atti?
Non è dato sapere e si evince tanta parzialità e complicità.

Da cittadina sdegnata ed indignata, prevale sempre di più la consapevolezza che tante MANINE, in questo Stato di Mafia conclamato, si adoperano quotidianamente per far cadere nell’oscurità questa vergognosa vicenda, isolando in ogni modo il Colonnello De Caprio.

Nuovamente il Ministro dell’ Interno Salvini, come fece nel rispondere all’interpellanza presentata dall’on.Giorgia Meloni, se ne lava le mani, eppure il funzionario di Stato Paola Basilone dipende dal Ministero dell’interno.

Tutti hanno taciuto e tacciono: non una parola dal Capo dello Stato Mattarella, silenzio dal Presidente del Consiglio Conte, il Ministro della Difesa Trenta fa finta di nulla e nemmeno il Comandante Generale dell’Arma ha mostrato vicinanza ad un suo Ufficiale.

Non solo, anche i media tacciono: fatta eccezione per un servizio trasmesso a notte fonda da Tg Parlamento nessun organo di stampa o programma di informazione, mantiene viva l’attenzione al riguardo.

Da cittadina, io come altri, non ci stiamo! Continuiamo sui social a parlarne, è l’unico luogo dove possiamo far sentire il nostro sostegno incondizionato ad un Servitore dello Stato che ha dedicato la vita alla lotta alla mafia, ha lottato per tutti, anche per me, ed è dovere di tutti non tacere.

Lo Stato tace, nega e si rifiuta mentre il Popolo, quello onesto, parla!

Se questo è ancora uno Stato democratico non si può e non si deve accettare una mafiosita’ così diffusa e dilagante.

Seppur, a volte, lo sconforto prevale nella consapevolezza di lottare contro i mulini a vento, arrendersi significherebbe avallare una decisione vergognosa ed io come molti, contrastiamo lo spirito di mafiosita’ di cui si è ricoperto lo Stato facendo sentire la nostra voce in tutti i modi e continueremo a farlo ogni giorno.

Marisa Denaro