Tre cittadini stranieri, due marocchini e un egiziano, sono stati espulsi e accompagnati alla frontiera, perché ritenuti contigui ad ambienti dell’estremismo islamico e pericolosi per la sicurezza dello Stato. Locomunica una nota del Ministero dell’Interno.
Si tratta di un 37enne cittadino egiziano, arrestato lo scorso maggio nel centro di Cinisello Balsamo (MI) mentre, al grido di Allah Akbar, minacciava i passanti brandendo un grosso coltello. Nelle fasi concitate del fermo, lo straniero ha ferito i militari dell’Arma intervenuti e, successivamente, ha continuato la sua condotta violenta, danneggiando seriamente la cella di sicurezza dove è stato trattenuto prima del suo trasferimento in carcere.
33 e 42 anni, i cittadini originari del Marocco espulsi. Il primo è emerso all’attenzione durante la detenzione in carcere per reati comuni per aver posto in essere atteggiamenti di chiara intolleranza nei confronti degli altri detenuti di fede cristiana, arrivando a proibire loro l’esposizione dei simboli religiosi, nonché per aver espresso compiacimento in occasione dell’attentato terroristico compiuto nell’agosto 2017 a Barcellona, auspicandone l’emulazione da parte di ogni musulmano. L’uomo è stato allontanato dal territorio nazionale con riammissione verso l’Austria tramite la procedura di Dublino.
L’altro cittadino marocchino, aveva precedenti per porto abusivo di armi. L’uomo si è evidenziato per aver manifestato, contestualmente al suo avvicinamento ad una visione radicale dell’islam, sentimenti di disagio e di rancore nei confronti del contesto sociale di appartenenza.
Con tali rimpatri, sono 343 le espulsioni eseguite dal gennaio 2015 ad oggi, di cui 106 nel 2018.