Condannato a 13 anni per aver venduto la figlia 13enne “promessa in sposa” per 15mila euro. Il padre-padrone, un rom di nazionalità serba, è stato riconosciuto colpevole di riduzione in schiavitù della figlia minorenne da parte della Corte d’assise di Firenze dopo cinque ore di camera di consiglio.
Per l’imputato, il pm Angela Pietroiusti aveva chiesto una condanna a 16 anni. La Corte ha disposto nei confronti dell’uomo, 50enne, anche la perdita della responsabilità genitoriale.
Il caso esplose nel settembre dell’anno scorso con l’arresto del 50enne. A quel provvedimento dell’autorità giudiziaria si arrivò dopo che la ragazzina era riuscita a mandare un messaggio di aiuto ad un coetaneo tramite la chat di un videogioco, in cui denunciava il suo stato di ‘prigionia’ nella casa popolare alla periferia di Firenze in cui comandava il padre.
La ragazzina sapeva di essere stata venduta a un altro rom, che viveva in Francia, e per tentare di far fallire l’affare era ingrassata e si trascurava.
“Io stuprata dai Rom ho scritto alla Boldrini, non mi ha risposto”