I lavoratori italiani stanno scappando in massa dai sindacati. Secondo l’indagine dell’istituto Demoskopika, negli ultimi due anni quasi 450 mila iscritti hanno abbandonato Cgil e Cisl. La flessione peggiore riguarda il sindacato di Susanna Camusso che ha visto fuggire ben 285 mila iscritti, segue la Cisl con un 188 mila tesserati in meno.
A registrare l’unica flessione positiva è la Uil, che negli ultimi 24 mesi ha registrato un aumento di 26 mila iscritti.
E’ quanto emerge dall’Indice di appeal sindacale (Ias) ideato dall’Istituto Demoskopika che, analizzando il periodo 2015-2017, ha tracciato una classifica delle regioni in relazione all’attrattività delle principali organizzazioni dei lavoratori sul territorio. Due gli indicatori utilizzati: gli iscritti ai sindacati di Cgil, Cisl, Uil e le persone di 14 anni e più che hanno svolto attività gratuita per un sindacato. È la Cgil a registrare il maggiore decremento con un calo di ben 285mila iscritti, seguita dalla Cisl con meno 188mila tesserati. Per la Uil, andamento in controtendenza: circa 26mila iscritti in più nell’arco temporale osservato.
Piemonte, Valle d’Aosta e Campania si collocano in coda alla graduatoria delle regioni ‘più sfiduciate’ dalle organizzazioni sindacali. Al contrario, sul podio delle regioni a maggiore appeal sindacale si posizionano Basilicata, Toscana e Sicilia. Circa 574mila italiani over 13 anni, pari soltanto all’1,2% della popolazione di riferimento, infine, hanno dichiarato di aver svolto attività sociale gratuita per un sindacato nel 2016 con un decremento di oltre 9 punti percentuali rispetto all’anno precedente.