Aggressione giudiziaria contro Salvini, valutare abuso d’ufficio del procuratore Patronaggio

di Carlo Taormina

Sono due gli aspetti racchiusi nella iniziativa della magistratura di incriminare Salvini per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Una riguarda i rapporti tra politica e magistratura e un altro la fondatezza delle contestazioni mosse al ministro dell’ interno. Poiché la configurabilità di una interferenza della magistratura nella politica presuppone la illegalità della contestazione di quei gravi reati, bisogna partire da questo punto.

Non mi soffermo sull’abuso di ufficio che esisterebbe per aver consumato sequestro di persona e/o arresto di persona e non mi soffermo sul presunto arresto illegale perché sarebbe ricompreso nel sequestro di persona e perché nessuno ha mai disposto arresto di qualcuno, il cuore del problema è quello della configurabilità del sequestro di cui all’art. 605 del codice penale. L’ articolo dice che si ha sequestro di persona quando un soggetto abbia intenzionalmente limitato la libertà della persona principalmente sotto il profilo della libertà di locomozione o di circolazione. La semplice indicazione che questa sia la unica condotta capace di far consumare sequestro di persona, dimostra che per più ragioni sia evidentissima la correttezza del comportamento di Salvini.

Scontato che nessuna limitazione di libertà hanno subito gli immigrati a bordo della Diciotti, essi sono rimasti sulla nave legittimamente sulla nave perché spettava all’Italia stabilire se avessero i requisiti per entrare in Italia e per questa ragione, come accade in base a tutte le legislazioni del mondi, ben potevano essere trattenuti e questo non potrà mai configurarsi come sequestro di persona ma osservanza di precisi doveri previsto dalle nostre leggi e dalla Costituzione

In secondo luogo, gli immigrati sono rimasti sulla nave perché doveva essere accertato quali fossero le quote di assegnazione ai paesi della comunità europea e ciò esclude in maniera altrettanto certa che il trattenimento era previsto dalla legge e che esso implicasse la esclusione di qualsiasi intenzionalità di sequestro.

Queste semplici ed elementari considerazioni che anche uno studente del primo anno di giurisprudenza avrebbe fatto e farebbe, dimostrano che l’aggressione giudiziaria intenzionalmente e premeditatamente consumata nei confronti di Salvini,si possa configurare come una interferenza della magistratura bella politica e quindi un uso strumentale e politicizzato della giustizia. Del resto, non è mai stato chiaro perché il procuratore di Agrigento si dovesse esibire nella ispezione sulla nave Diciotti se non per mero e inaccettabile esibizionismo; ne’ è comprensibile per quale ragione lo stesso magistrato dovesse consumare la invasione nel Ministro dell’interno ascoltando ,quando era evidente a tutti che gli ordini li aveva dati Salvini e che solo lui poteva darli.

Si è trattato ancora una volta di un comportamento esibizionistico al massimo livello, ove di consideri che il tutto è’ avvenuto in un momento di grande visibilità addirittura di livello mondiale di cui il magistrato ha lapalissianamente profittato. È auspicabile che il ministro della Giustizia,il procuratore generale presso la corte di cassazione,il consiglio superiore della magistratura intervengano disciplinarmente nei confronti del procuratore di Agrigento.

MA E’ ANCHE IL CASO, PER OGNI NECESSARIA CHIARIFICAZIONE, CHE IL COMPORTAMENTO DEL PROCURATORE DI AGRIGENTO SIA VALUTATO DALLA PROCURA COMPETENTE PER CAPIRE SE ABBIA CONSUMATO LUI, NON SALVINI, UN ABUSO D’UFFICIO.