Ancora senza una soluzione la vicenda della nave Diciotti con 177 migranti a bordo, al centro di un braccio di ferro con Malta. “Seguiamo gli sviluppi, se necessario pronti a dare sostegno”, fa sapere l’Ue. “Prendiamo atto”, risponde il Viminale.
La nave italiana non ha ricevuto indicazioni sul da farsi e resta in mare, tra Malta e Lampedusa, con l’isola italiana come punto di riferimento in caso di necessità. Sulla vicenda è in atto una nuova prova di forza tra Roma e La Valletta.
Il ministro dell’Interno, Salvini, ha fornito una ricostruzione del salvataggio secondo cui l’intervento di soccorso è stato condotto in prima battuta da Malta in acque maltesi; poi, ha detto Salvini, i maltesi hanno ‘accompagnato’ il barcone verso le acque italiane dove è intervenuta la nave della Guardia costiera italiana: quest’ultima, però – ha specificato il ministro – ha agito senza avvertire il ministero. Malta da parte sua ha risposto con una netta chiusura, affermando che Roma “non ha appigli legali per chiedere” un porto maltese e che “il porto più sicuro è Lampedusa”.
Intanto il Garante nazionale dei detenuti e delle persone private della libertà ha scritto al comandante della Guardia Costiera, Giovanni Pettorino, e a Gerarda Pantalone, capo Dipartimento Libertà civili del Viminale chiedendo urgenti informazioni sulla vicenda della nave Diciotti. Il Garante chiede informazioni sullo loro stato salute, sulla presenza di donne e bambini, e inoltre indicazioni su un porto sicuro in cui farli sbarcare e spiegazioni sulla situazioni attuale e sulle motivazioni per cui è stato negato un approdo.
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