12 ago. (askanews) – Venerdì la nave di ricerca e soccorso Aquarius, noleggiata da SOS Mediterranee e gestita in collaborazione con Medici Senza Frontiere (MSF), ha prelevato 141 clandestini. Entrambe le organizzazioni ora chiedono ai governi europei di assegnare un luogo sicuro di sbarco più vicino possibile in conformità con il Diritto Internazionale Marittimo in modo che le persone salvate in mare possano essere sbarcate e l’Aquarius possa continuare a fornire la necessaria assistenza umanitaria.
Le condizioni di salute delle persone soccorse sono stabili al momento, ma molti sono estremamente deboli e denutriti. Vedi foto sotto, mentre si scattano allegramente dei selfie
Salvini: la nave Aquarius non vedrà mai un porto italiano
Durante entrambe le operazioni di salvataggio, l’Aquarius ha informato delle operazioni svolte tutte le autorità competenti tra cui i Centri Nazionali di Coordinamento del Soccorso Marittimo (MRCC) di Italia, Malta e Tunisia oltre al Centro di Coordinamento Congiunto di Soccorso (JRCC) libico, il quale ha confermato di essere l’autorità che coordina i salvataggi.
Il Centro di Coordinamento Congiunto di Soccorso libico ha informato l’Aquarius che non avrebbe assegnato un luogo sicuro di sbarco e ha ordinato alla nave di richiederlo a un altro Centro di Coordinamento. Così l’Aquarius si sta ora dirigendo verso nord per richiedere il luogo di sbarco più vicino a un altro Centro di Coordinamento.
“In questo momento stiamo seguendo le istruzioni del Coordinamento Congiunto di Soccorso libico e contatteremo gli altri Centri di Coordinamento per un posto sicuro dove sbarcare le persone che abbiamo a bordo”, ha dichiarato Nick Romaniuk, coordinatore per la ricerca e il soccorso di SOS MEDITERRANEE
“I governi europei hanno fatto tutto il possibile per sostenere il Centro di Coordinamento dei Soccorsi libico Centro di Coordinamento Congiunto di Soccorso libico, tuttavia gli eventi di venerdì mostrano che non hanno assolutamente la capacità di coordinare un salvataggio”, ha dichiarato Aloys Vimard, coordinatore di MSF a bordo di Aquarius. “Un soccorso non è completo fino a quando non avviene lo sbarco in un luogo sicuro.
Negli ultimi inquietanti sviluppi, le persone salvate a bordo hanno dichiarato ai nostri team di aver incrociato cinque diverse navi che non hanno offerto loro alcuna assistenza, prima di essere soccorse dall’Aquarius.
SOS Mediterranee e MSF chiedono nuovamente a tutti i governi europei e alle loro autorità competenti per il soccorso marittimo di riconoscere la gravità della crisi umanitaria nel Mediterraneo e garantire un rapido accesso al luogo di sbarco sicuro più vicino e di facilitare, piuttosto che impedire, l’assistenza umanitaria salvavita nel Mediterraneo centrale. con fonte askanews
Accuse a Medici senza frontiere: chieste prestazioni sessuali in cambio di medicinali