di Euronews
L’Ebola colpisce ancora: la Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha annunciato lo scoppio di un nuovo focolaio del micidiale virus, solo pochi giorni dopo il rientro dell’emergenza che di recente ha ucciso 33 persone.
Sono stati confermati quattro casi del virus: un team di 12 esperti e al lavoro per contrastare il tragico fenomeno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha iniziato a spostare il personale e le forniture nell’area interessata.
Peter Salama vice Direttore Generale OMS:
“È una zona di conflitto attiva, quindi faremo interventi sanitari pubblici in prima linea per fermare questo focolaio, l’altro fattore che ci riguarda è che ovviamente siamo molto vicino ai confini con l’Uganda.
I Paesi limitrofi hanno messo a disposizione forniture e personale, quindi sono sicuramente molto meglio preparati rispetto al passato”.
La malattia, scoperta proprio nel Paese nel 1976 – allora chiamato Zaire – è trasmessa per contatto diretto con sangue e fluidi corporei di persone o animali infetti.
Poco più di una settimana fa, la Repubblica Democratica del Congo ha dichiarato la fine di un altro focolaio, sul lato opposto del Paese, a circa 2.500 km da quello attuale.
Volendo trarre un fattore positivo dalla faccenda, c’è da dire che questa esperienza aiuta a contenere la diffusione dell’epidemia in tutta la regione.
L’Ebola si manifesta con febbre, che in casi estremi provoca sanguinamenti fatali da organi interni, bocca, occhi e orecchie.