“A fine luglio ripartiremo da Marsiglia ma ci stiamo preparando a diversi scenari, sicuramente avremo più cibo e autonomia di navigazione, perché dovremo stare più a lungo in mare. E avremo anche un drone per la ricerca dei migranti da soccorrere”. Così Alessandro Porro, uno dei volontari imbarcati sulla nave Aquarius, spiega i programmi della nave della ong Sos Mediterranee.
Nave che è ora ancorata al porto di Marsiglia dopo il respingimento di giugno da parte dell’Italia e lo sbarco dei migranti a Valencia, in Spagna.
La nuova missione si preannuncia difficilissima: “Il contesto nel Mediterraneo è completamente cambiato”, spiega Porro. “Alle navi di soccorso non arrivano più le informazioni sui soccorsi in atto e non sappiamo perché. Il risultato è che le ong in mare possono fare avvistamenti solo per dieci miglia intorno alla nave e il dispositivo di soccorso non funziona. Ci stiamo quindi attrezzando per capire come recuperare informazioni su chi può prestare soccorsi e in che modo. Ci sono stati anche degli incontri tra le Ong per organizzare una presenza meglio distribuita nel Mediterraneo”. ansamed
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