“Il Signore promette ristoreo e liberazione agli oppressi del mondo, ma ha bisogno di noi per rendere efficace la sua promessa”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della messa per i migranti. “Dio ha bisogno dei nostri occhi per vedere le necessità dei fratelli e delle sorelle – ha aggiunto -. Ha bisogno delle nostre mani per soccorrere. Ha bisogno della nostra voce per denunciare le ingiustizie commesse nel silenzio, talvolta complice, di molti”.
Secondo il Pontefice, infatti, “di fronte alle sfide migratorie di oggi l’unica risposta sensata è quella della solidarietà e della misericordia; una riposta che non fa troppi calcoli, ma esige un’equa divisione delle responsabilità, un’onesta e sincera valutazione delle alternative e una gestione oculata”. Il Papa ha ricordato le parole di Gesù “misericordia io voglio e non sacrifici”, spiegando che “è un’accusa diretta verso l’ipocrisia sterile di chi non vuole sporcarsi le mani: una tentazione ben presente anche ai nostri giorni, che si traduce in una chiusura nei confronti di quanti hanno diritto, come noi, alla sicurezza e a una condizione di vita dignitosa, e che costruisce muri, reali o immaginari, invece di ponti”.