Vittorio Di Battista, padre di Alessandro, è indagato dalla procura di Roma per il post contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella pubblicato su Facebook. Una settimana fa, sul noto social network, aveva scritto su Facebook (post poi rimosso) che gli italiani dovrebbero assaltare il Quirinale (“È più di una Bastiglia, ha quadri, arazzi, tappeti e statue. Se il popolo incazzato dovesse assaltarlo, altro che mattoni”) e avvertiva Mattarella (“Forza, mister Allegria, fai il tuo dovere ed eviterai seccature”).
La procura di Roma ha aperto un fascicolo violazione dell’articolo 278 del codice penale, che stabilisce che “chiunque offende l’onore o il prestigio del Presidente della Repubblica, è punito con la reclusione da uno a cinque anni”.
“È il papà di tutti noi. È quello che si preoccupa di varare un governo. È quello che ha avallato la legge elettorale che impedisce di varare un governo. Poveretto, quanto lo capisco”, premetteva.
Dunque, Dibba senior aggiungeva: “Lo capisco e per questo, mi permetto di dargli un consiglio, un consiglio a costo zero. Vada a rileggere le vicende della Bastiglia, ma quelle successive alla presa. Quando il Popolo di Parigi assaltò e distrusse quel gran palazzone, simbolo della perfidia del potere, rimasero gli enormi cumuli di macerie che, vendute successivamente, arricchirono un mastro di provincia. Ecco, il Quirinale è più di una Bastiglia, ha quadri, arazzi, tappeti e statue. Se il popolo incazzato dovesse assaltarlo, altro che mattoni. Arricchirebbe di democrazia questo povero Paese e ridarebbe fiato alle finanze stremate. Forza, mister Allegria, fai il tuo dovere e non avrai seccature”.