Transumanesino e gender, progetto ‘culturale’ mondiale

Chi nega l’esistenza dell’ideologia gender, è riuscito a far credere all’opinione pubblica che la scelta di alzarsi al mattino e di sentirsi uomo, donna, trans o “vie di mezzo”, sia una tra le tante opzioni esistenziali. Insomma, un capriccio come un’altro da soddisfare senza particolari patemi di coscienza. In realtà, la questione gender rientra in una sorta di progetto culturale mondiale che a insaputa delle masse (evidentemente troppe occupate a guardare la TV, a messaggiare sui social e a rimpinguare pancia e conto in banca), ha in agenda l’obiettivo di creare l’homo novus, vale a dire il consumatore perfetto.

Immortalità, superuomini, corpi senza identità (gender): questi i cardini di un movimento di cui non si parla spesso, ma che grazie all’ausilio dei media compiacenti, sta manipolando il sentire umano.

Pochi giorni fa, commentando il pericolo indottrinamento nelle scuole, il cardinal Angelo Bagnasco aveva approfondito il tema dell’ideologia gender spiegando cosa essa è e non solo:

“Il gender si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione, ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano, per edificare un ‘transumano’ in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità”.

L’ex presidente della CEI si è scagliato contro chi intende “costruire delle persone fluide, che pretendano che ogni loro desiderio si trasformi in bisogno e quindi diventi diritto: individui fluidi per una società fluida e debole. Una manipolazione da laboratorio dove inventori e manipolatori fanno parte di quella ‘governance’ mondiale che va oltre i governi eletti e che spesso rimanda ad organizzazioni non governative che, come tali, non esprimono nessuna volontà popolare”. Pochi hanno notato che il cardinale ha usato il sostantivo transumano. Una parola nuova, che in verità è molto più utile e precisa rispetto alla questione gender che non sarebbe altro che un aspetto di una idea assai più ampia di decostruzione della nozione di umanità e di un superomismo neopagano che vuole un essere umano immortale, iperconnesso, dall’identità corporea fluida e quindi neutra, contemporaneamente iperproduttivo e iperconsumatore, capace di elevare ogni suo singolo desiderio al rango di diritto.

Ecco che tanto il gender sulla sessualità, quanto il neoliberismo nei rapporti economico-politici, assumono una dimensione più organica di libertà senza regole. La natura, diviene così il segno della creaturalità dell’uomo e quindi in un progetto materialista come questo va superata anche nella carne e nella mente. L’auto-umanità. La denuncia di Bagnasco ha voluto sottolineare l’esistenza di un’ideologia che combatte contro l’idea di umanità creata a immagine e somiglianza di Dio (con il suo portato simbolico e valoriale) che si chiama transumaneismo.

Il politologo americano Francis Fukuyama in un articolo apparso su un quotidiano nazionale nel 2005 scrisse: “Nel corso di molti degli ultimi decenni è nato uno strano movimento di liberazione nel mondo progredito. Le sue crociate mirano molto più in alto di quanto non facciano i propugnatori di campagne sui diritti civili, delle femministe o dei difensori dei diritti dei gay. Non vogliono niente di meno che liberare la razza umana dai propri vincoli biologici: dal punto di vista dei transumanisti, gli esseri umani devono sottrarre il proprio destino biologico dal processo cieco di variazione casuale e di adattamento dell’evoluzione e portare la specie a uno stadio successivo”.

Alle parole ragionevoli di un pensatore laico come Fukuyama, fecero eco le parole profetiche di Benedetto XVI quando parlò di “ecologia umana”, ovvero della necessità di mantenere vivo e protetto un nucleo intatto di identità e socialità comuni all’intera umanità. Il sogno eugenetico, la destrutturazione della famiglia e l’ideologia gender, hanno il solo fine di distruggere quei legami, quelle “legature sociali”, che il transumanesimo vorrebbe superare per fare dell’uomo una monade, un essere solitario sufficiente e a se stesso, Dio di se stesso.

Gianni Toffali

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