Il FMI consiglia alla Tunisia di svalutare il dinaro

TUNISI, 05 APR – Se la Tunisia vuole incrementare le proprie esportazioni e rilanciare e un’economia ancora sofferente per gli sconvolgimenti politici del 2011, dovrà svalutare ulteriormente la sua moneta nazionale, il dinaro tunisino. E’ quanto ha affermato Björn Rother, capo della missione tunisina del Fondo monetario internazionale (Fmi), al sito di Bloomberg, precisando tuttavia, “che non è necessario un grande movimento verso il basso del dinaro per raggiungere l’equilibrio, e che esso sia ancora sopravvalutato del 10% o 20%.

Nell’articolo viene citato il fatto che è cresciuto negli ultimi mesi il timore che la Tunisia sia destinata a un forte deprezzamento della valuta poiché le riserve in valuta estera estere sono diminuite rapidamente, raggiungendo 4,6 miliardi di dollari lunedì scorso, sufficienti a coprire solo 78 giorni di importazioni. Il capo missione dell’Fmi spiega nell’articolo di Bloomberg che il calo delle riserve, è “temporaneo”, causato in parte dai ritardi nell’elargizione del prestito da parte dell’Fmi e dalla vendita di obbligazioni internazionali, precisando che “le riserve basse scoraggiano gli investimenti ma non segnalano un’imminente crisi monetaria”.

Il governatore della Banca centrale della Tunisia, Marouane El Abassi, tuttavia lo scorso mese aveva detto che un forte deprezzamento del dinaro rischia di alimentare l’inflazione e la rabbia pubblica in un paese che ha avuto otto governi dal 2011. Rother ha sottolineato però che la bilancia commerciale della Tunisia sta iniziando a migliorare, permettendole di operare gradualmente sul deprezzamento della valuta.

Lo scorso anno il dinaro è diminuito del 19% rispetto all’euro. Il deficit commerciale è diminuito di quasi un quarto a gennaio e febbraio 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando le esportazioni sono cresciute del 43%. “Se vuoi attirare investimenti e vuoi sviluppare le tue esportazioni devi essere competitivo nell’economia mondiale”, ha detto Rother. “E il modo più semplice per ottenere questo è fare affidamento su un tasso di cambio reale competitivo”, ha concluso. (ANSAmed)