A pagare il prezzo piu’ alto ovviamente sono i civili: circa 10 mila i morti e oltre 50 mila i feriti. La carestia colpisce 8 milioni di yemeniti, mentre 22 milioni hanno bisogno di assistenza.
di Euronews
Le linee del fronte non sono cambiate nell’ultimo anno di conflitto in Yemen. A cambiare, secondo gli analisti, è la solidità della coalizione regionale a guida saudita, intervenuta 3 anni fa a favore del governo del presidente Abd RAbbo Mansour Hadi.
Quello in Yemen è il conflitto più dimenticato al mondo e questo 26 marzo è entrato nel suo quarto anno di combattimenti.
Il conflitto vede opposte principalmente le forze pro-governative, sostenute appunto dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita, e i ribelli Huthi, sciiiti, appoggiati dall’Iran, che controllano la capitale e diversi territori.
Quest’ultimi, tradizionalmente dei combattenti agguerriti, hanno lanciato un’offensiva folgorante nel luglio de 2014, e, guidati da Abdel Malek al Houti, hanno continuato a avanzare conquistando vari territori nel sud dello Yemen.
Forti del successo militare hanno costretto il presidente Hadi all’esilio in Arabia Saudita. Questi, impotente in un primo momento, è riuscito a riprendere in mano l’iniziativa grazie all’intervento militare di Ryad.
Gli Huti accusano l’Arabia Saudita di essere il braccio armato di Washington denunciando l’invasione e l’occupazione delle forze della coalizione, che a sua volta accusa Teheran di interferenza nella regione e che violando apertamente l’embargo Onu sulle armi aiuta militarmente i ribelli.