Un 40enne ecuadoriano di Carugate, in Brianza, è stato arrestato dai carabinieri per violenza sessuale aggravata, sequestro di persona, minacce aggravate e violenza privata. Il 4 marzo, secondo i carabinieri, dopo una lite per gelosia l’uomo ha sequestrato la fidanzata, una 20enne italiana, e l’ha brutalmente picchiata, violentandola poi per un’intera notte nel suo box e minacciandola di morte. La giovane è stata poi ricoverata in ospedale.
Incensurato, ex operaio e ora disoccupato, il 40enne era andato a prendere la ragazza a casa sua in Brianza per chiarire una lite per gelosia ma quando è salita sull’auto, le si è scagliato contro, colpendola al viso con pugni e schiaffi, e tirandole i capelli fino a strapparle numerose ciocche.
Mentre lei, in lacrime, lo pregava di smettere e tentava di scendere dall’auto, il 40enne ha messo in moto e l’ha portata in un box che ha in uso a Carugate (Monza), minacciando di ucciderla con una bottiglia di vetro che aveva in macchina. Una volta all’interno del garage, ha trascinato la fidanzata sul pavimento e, continuando a colpirla a calci e pugni, l’ha stuprata per diverse ore.
Dopo averla fatta risalire in auto, fingendo di volerla riaccompagnare a casa, ha girato nei pressi di casa sua continuando ad aggredirla e minacciarla, sottoponendola a violenze psicologiche per convincerla a chiedere scusa per averlo fatto arrabbiare. Fatta marcia indietro, l’ha riportata nel suo box, dove l’ha picchiata e costretta a registrare un video nel quale ammetteva un inesistente tradimento e violentata ancora.
Solo verso le tre del mattino l’ha lasciata davanti al cancello di casa, convinto che lei, terrorizzata, non lo avrebbe mai denunciato, dicendole di raccontare ai genitori di aver litigato con un’altra ragazza in discoteca. Trasportata dai familiari in ospedale, il volto devastato dalle botte, la giovane è rimasta ricoverata 4 giorni. L’uomo ha continuato a tormentarla con sms mentre era in ospedale e quando è poi tornata a casa, chiedendo di poterla incontrare.
Le indagini dei militari, coordinate dal pm di Monza Alessandro Pepè, hanno portato alla richiesta di misura cautelare emessa dal Tribunale.