Due coltellate al fegato e un colpo alla testa, così hanno ucciso Pamela

Pamela Mastropietro è stata uccisa da con due coltellate al fegato e un colpo alla testa da un gruppo di persone. E’ quanto è emerso dall’autopsia. In seguito il cadavere è stato smembrato in modo scientifico, come seguendo un rituale, in un appartamento di via Spalato 124 a Macerata. Lo scempio sul corpo sembra rimandare ai crimini tribali diffusi nei villaggi nigeriani.

Pamela non è morta per overdose

Riserva almeno un colpo di scena al giorno l’inchiesta sulla fine della 18enne romana. Sintomo che la ricostruzione dell’accaduto, delle responsabilità e delle prove, è ancora fluida. L’istologico eseguito dal professor Mariani prova quanto già ipotizzato nel corso della seconda autopsia: la ragazza era ancora viva quando è stata colpita al fegato e alla testa. Per quanto concerne invece il sospetto che, in quel pomeriggio maledetto del 30 gennaio, abbia assunto droga, occorre attendere i risultati dei test tossicologici, per i quali occorre più tempo. Da verificare ancora, inoltre, l’ipotesi di violenza sessuale.

Nuovi rilievi del Ris

Oggi saranno effettuati un’altra serie di accertamenti tecnici per rilievi palmari e plantari dei sospetti e su altri 3-4 telefonini. La svolta, questa è la sensazione, potrebbe arrivare dai risultati definitivi degli esami del Ris, non ancora completati su reperti biologici e impronte, dalla tracciatura telefonica di chiamate, ma anche social network e traffico internet, dalle risultanze degli esami tossicologici e da quelli medico legali che, per ora, sembrano indicare l’omicidio. Oggi gli uomini del Ris sono tornati in via Spalato per altre cinque ore di rilievi su impronte e reperti. Nella casa, dove il cadavere sarebbe stato sezionato e lavato con la candeggina tanto da far sparire ogni traccia ematica e di urina, erano già stati trovati i vestiti di Pamela, sporchi di sangue, grossi coltelli da cucina, oltre a macchie di sangue in varie stanze e in balcone. ma per i risultati degli esami ci vorranno ancora giorni.

La casa degli orrori

Piccoli frammenti di brandelli di pelle di Pamela sono stati ritrovati sul terrazzo. Si esclude categoricamente il prelievo e la scomparsa di organi interni, mentre manca tutta la pelle del collo. Gli organi genitali sono stati completamente fatti a pezzi, forse per nascondere un abuso di carattere sessuale. Nella lavatrice dell’alloggio è stato individuato del sangue, rilasciato probabilmente durante il lavaggio di indumenti degli assassini o stracci usati per pulire la scena del crimine. Sangue anche su alcuni sacchetti di plastica rinvenuti in casa.

Quarto indagato

Intanto un altro indagato nigeriano, il quarto, è spuntato fuori o nell’inchiesta sulla morte della 18enne forse in posizione più defilata rispetto agli altri tre, finiti tutti in carcere. Il quarto uomo è stato sentito dagli investigatori tra venerdì e sabato. E’ indagato a piede libero per sottoporlo a esami irripetibili, cioé rilievi palmari e plantari da incrociare con i rilievi del Ris, per setacciarne il telefono e tracciare la sua posizione il 30 gennaio quando la ragazza sarebbe stata uccisa.

Tre nigeriani in carcere

Il 31 gennaio, giorno in cui il cadavere smembrato venne trovato dentro due trolley, era stato arrestato Innocent Oseghale, 29 anni, per omicidio (accusa poi esclusa del gip), vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere. Sabato scorso il numero dei fermati per le stesse accuse più lo spaccio di droga, era salito a tre con Desmond Lucky, 22 anni, e Lucky Awelima, 27 anni, bloccato a Milano mentre andava in Svizzera: sugli questi ultimi due si pronuncerà il gip Giovanni Maria Manzoni nell’udienza di convalida nel carcere di Montacuto ad Ancona.

Movente ancora oscuro

Tutti gli indagati, in base della cella telefonica agganciata, sarebbero stati collocati in via Spalato nelle ore incriminate. O avrebbero avuto contatti tra loro: Innocent e Desmond, dalla stessa cella, si sarebbero sentiti 17 volte dalle 11:52 alle 16:10. Per le difese, parlavano di scommesse sportive. Ma per l’accusa sono stati visti comprare candeggina. Sul ruolo di Awelima, scomparso per giorni dai radar dei carabinieri ma presente nella rubrica di Innocent, il mistero resta fitto. E il quarto indagato, potrebbe precederne altri con competenze specifiche per smembrare un corpo in quel modo? L’analisi dell’intensità del segnale carpito dai telefoni e la mappatura del percorso di geolocalizzazione dei vari applicativi (Facebook, google Maps e così via) potrebbero fornire certezze. Il tutto mentre il movente del delitto rimane ancora completamente oscuro.

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Ossa disarticolate,  cartilagini e legamenti staccati per poi ripulire le teste delle ossa con la varechina. Femori nudi, con cosce e tessuti accuratamente separati. La lingua tra i denti, il polso forato, mentre i genitali sono stati fatti a pezzi.

LA PERIZIA SCIENTIFICA I mestieri si riferiscono ai trascorsi al paese di origine e qualcosa non torna se anche unendo le competenze della prima vita non si arriva alla perizia scientifica evocata dal medico legale Cingolani, dopo la seconda autopsia, per depezzare il cadavere della ragazza romana. «Niente di mai visto, sentito o letto nella letteratura di anatomopatologia», sostiene addirittura chi ha partecipato alle autopsie.

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