15 mar. – L’inchiesta che ha portato all’arresto del cittadino marocchino a Brescia, ha osservato il dirigente di polizia Claudio Galzerano, “dimostra ancora una volta come il cyberspazio sia l’ambiente privilegiato da estremisti e terroristi per il loro jihad tecnico, in ragione della facilita’ con cui essi possono stabilire interconnessioni virtuali e operare sentendosi tutelati da un sostanziale anonimato“.
L’arrestato, inoltre, “rappresenta il tipico prodotto delle martellanti campagne di propaganda e istigazione alla violenza condotte, sempre attraverso Internet, da Al Qaeda e da altre organizzazioni terroristiche: e’ una precisa strategia diretta soprattutto a suggestionare i giovani musulmani residenti in Occidente affinche’ essi possano immedesimarsi nell’ideologia terroristica e poi, autonomamente e senza alcun contatto diretto con l’organizzazione, passare all’azione”.