Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, rischia di dover affrontare un processo penale anche per le presunte irregolarità che avrebbero caratterizzato l’assegnazione dell’appalto per la fornitura del verde di Expo. I sostituti procuratori generali di Milano, Vincenzo Calia e Massimo Gaballo, hanno chiesto il rinvio a giudizio del primo cittadino milanese ipotizzando a suo carico il reato di abuso d’ufficio. L’istanza sarà trasmessa nelle prossime ore all’ufficio del gip, Giovanna Campanile, che a quel punto dovrà stabilire la data d’avvio dell’udienza preliminare e comunicarla agli avvocati delle difese attraverso la notifica di un decreto di fissazione.
Nel mirino dei magistrati coordinati dal procuratore generale Roberto Alfonso è finito l’affidamento diretto (vale a dire senza il lancio di un bando di gara), deciso nel luglio 2013 dall’allora amministratore delegato di Expo, dell’appalto per il verde di Expo alla Mantovani, società di costruzioni vicentina che alla fine dell’anno precedente si era già aggiudicata il maxi-appalto della Piastra con un ribasso record del 42%: 149 milioni di euro contro i 272 milioni della base d’asta. E che poi, dopo aver incassato 4,3 milioni, avrebbe subappaltata la stessa fornitura del “verde” a un’altra società al prezzo di 1,3 milioni. Facendo così registrare una plusvalenza pari alla differenza dei due importi.
In una prima fase il sostituto pg Felice Isnardi, che aveva assunto la titolarità delle indagini sulla “Piastra Expo” avocando il fascicolo della Procura dopo il no del gip alla richiesta di archiviazione, contestava a Sala il reato di turbativa d’asta per le irregolarità dell’appalto del “verde”. I due magistrati che hanno ereditato l’indagine (a novembre scorso Isnardi è andato in pensione) hanno poi deciso di riqualificare l’iniziale ipotesi di reato in quella di abuso d’ufficio. (askanews)