Sacchetti della frutta da casa, Bruxelles contro il governo: “Giusto usare buste riutilizzabili”
Non solo l’Ue non ha mai chiesto all’Italia di imporre un prezzo sui sacchetti ultraleggeri per frutta e verdura, ma il divieto di portare da casa buste già usate per gli acquisti al supermercato (divieto verso il quale si sta orientando il ministero della Salute) è in contraddizione con gli obiettivi della legislazione comunitaria sulla gestione dei rifiuti. Come spiega EuropaToday, se riutilizzare lo stesso sacchetto più volte per l’Italia è un rischio, per Bruxelles, al contrario, significa proteggere l’ambiente.
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Cosa dice l’Ue
Lo ha chiarito oggi il portavoce della Commissione europea per l’Ambiente, Enrico Brivio. La normativa italiana, approvata nell’agosto scorso, recepisce la direttiva Ue del 2015 che mirava a minimizzare l’utilizzo e l’impatto sull’ambiente dei sacchetti per la spesa in plastica leggera e non biodegradabile (“shopper”). La possibilità per i consumatori di usare i propri sacchetti riutilizzabili per la spesa nei supermercati è stata messa in discussione da controverse circolari ministeriali che paventano il rischio di “contaminazioni”. “L’obiettivo della direttiva – ha ricordato Brivio – era quello di porre un freno all’uso nell’Ue di buste di plastica, che oggi vengono consumate al ritmo preoccupante di 100 miliardi all’anno”.
Cosa dice l’Italia
In linea con il principio del “chi inquina paga”, l’obiettivo della legislazione Ue, spiega ancora Brivio, “è di utilizzare le buste di plastica solo quando ce n’è davvero bisogno; altrimenti vanno usate, quando è praticabile, borse o sacchetti riutilizzabili per il trasposto dei prodotti dai negozi a casa”. Ossia il contrario di quanto dichiarato oggi dal segretario generale del ministero della Salute, Giuseppe Ruocco.