Parla Livia Turco, la prima a proporre la cittadinanza ai figli dei migranti nati in Italia già nel 2001. “A questi giovani dico grazie. Non mollate, siete la nostra meglio gioventù. Mobilitatevi in campagna elettorale e chiedete ad ogni singolo partito che si impegni a far approvare questa legge come la prima legge della prossima legislatura.”
di Monica Setta per Tiscali
Livia Turco non usa mezzi termini parlando con Tiscali.it è amareggiata con quello che è stato il suo partito per una vita. Dice infatti: “E’ grave che questa legge non sia stata una priorità, è gravissimo. Il Pd avrebbe dovuto affrontarla all’inizio della legislatura cioè cinque anni fa e non permettere che, approvata alla Camera, restasse ferma per due lunghi anni al Senato”. Ma una speranza, secondo l’ex ministro, arriva dalla bellissima lettera intitolata “Non lasciateci soli” che è stata inviata in questi giorni a Sergio Mattarella dai giovani della associazione “Italiani senza cittadinanza”.
“Questa associazione di giovani meravigliosi si è battuta con tutte le sue forze per ottenere la riforma della legge sulla cittadinanza per i figli dei migranti nati e venuti in Italia” sottolinea la Turco. Una lettera commovente in cui i nostri italiani, di fatto, ma non per legge, ricordano che il 27 dicembre di settanta anni fa era stata approvata in via definitiva La Costituzione Italiana. E proprio da qui deve partire la discussione politica, argomenta Livia Turco, in particolare dall’articolo 3.
Secondo l’ex ministro il compito della sinistra (quella vera) è di non lasciare cadere il loro appello.
“Dobbiamo cancellare nella mente e nei cuori dei ragazzi” prosegue “questa pagina di brutta politica che è stato il dibattito sulla riforma legge sulla cittadinanza”.
Una legge, aggiungiamo noi, che ha una storia
La prima occasione in cui in Italia in modo pubblico si affronto la riforma della legge sulla cittadinanza fu il febbraio 1999 con il Governo dell’Ulivo: Ministra della Solidarietà Sociale era appunto Livia Turco che parlò in un convegno dal titolo “Riformare la le legge sulla cittadinanza”. Va ricordato che la legge sulla cittadinanza italiana consente di acquisire la cittadinanza solo attraverso il legame di sangue o attraverso il matrimonio. E’una legge familiare e ius sanguinis integrale, l’unica in Europa che preveda che un giovane per rivolgere domanda di cittadinanza deve essere vissuto ininterrottamente per 18 anni in Italia. Se deve tornare in patria dai genitori per qualche anno – cosa assai grave – perde il diritto di rivolgere domanda di cittadinanza.
La prima proposta di legge di riforma fu presentata dall’ex ministro nell’agosto 2001 (legge Turco-Violante).Nella precedente legislatura di allora ci fu una forte mobilitazione sociale ed una grossa battaglia parlamentare. Il centrodestra che era in maggioranza ne impedi l”approvazione. Il Pd nel programma del 2013 pose questa legge come prioritaria e invece è andata come è andata, malissimo” annota ancora Turco “adesso bisogna raccogliere l’appello dei ragazzi.
Sarà il Presidente Mattarella a decidere cosa fare circa il dibattito parlamentare. Ma a quei giovani dico: grazie. Non mollate, siete la nostra meglio gioventù. Mobilitatevi in campagna elettorale e chiedete ad ogni singolo partito che si impegni a far approvare questa legge come la prima legge della prossima legislatura. E’ il modo giusto per onorare e festeggiare i settant’anni della entrata in vigore della Costituzione, per applicare guardando al futuro il suo fondamentale articolo 3 contro le discriminazioni e per l’uguaglianza”.