“La violenza ha prevalso, macchiando la lotta di liberazione dell’inutile assassinio di Mussolini e Claretta Petacci, il 28 aprile del 1945”, scrive Vittorio Sgarbi su il Giornale: “La targa dell’Anpi rivendica il crimine come un atto eroico: La Resistenza pose così fine al regime fascista”.
Ma, si chiede il critico d’arte: “Quali responsabilità aveva la Petacci? Essere stata fino all’ultimo vicina a Mussolini? Oggi che si celebra e si difende in ogni modo la donna, perché nessuna pietà verso questa innocente barbaramente uccisa? Un caso palese di femminicidio, aggravato da un cieco desiderio di vendetta. Perché neanche una parola della Boldrina sulla Petacci?”.