Roma, 9 mar – ”Sono in sciopero della fame e della sete davanti al Viminale da 11 giorni per chiedere al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri di riattivare il mio programma di protezione”. Cosi’, in una intervista rilasciata all’ASCA, il testimone di giustizia Luigi Coppola ha rinnovato il proprio appello alle Istituzioni affinche’ riattivino il ‘Piano protezione testimoni’ assegnatogli nel 2001. ”La Camorra vuole uccidermi, le mie figlie di 15 e 17 anni vivono nel terrore’‘, e’ la sua denuncia.
Luigi Coppola non mangia e non beve in segno di protesta da quasi due settimane. Ieri sera la moglie Michelina ”ha avuto un malore ed e’ stata trasportata all’Ospedale San Camillo. Ora e’ di nuovo qui con me – ha dichiarato -. Dormiamo nella nostra macchina davanti al ministero e attendiamo che la Cancellieri ci riceva”.
Alla Dda di Napoli Coppola, originario di Bosco Reale, e’ noto per aver mandato in carcere, nel 2001, 32 esponenti camorristici dei clan Pesacane, Gionta e Cesarano, in 4 diversi processi. Tutti sono stati condannati ”con l’accusa di estorsione e usura”, nei suoi confronti. ”Hanno cominciato nel ’98 – racconta – quando dalla mia officina rubarono delle auto per un valore di 100 milioni di lire e per riaverle in cambio mi chiesero dei soldi. Fu un calvario senza fine”.
Dal 16 febbraio scorso, pero’, Coppola non ha piu’ una scorta e all’ASCA ricorda gli ”11 anni passati a nascondersi in Italia. Prima in Piemonte, poi nelle Marche, infine a Padova”. Spiega che l’ordine di revoca del programma di protezione ”fu vagliato nel 2009 e reso definitivo proprio due settimane fa”. Da quel giorno ”sono in sciopero qui davanti al Viminale. Non ho piu’ una casa, le mie figlie vivono dalla cognata e non ho il coraggio di rivederle senza aver ritrovato prima un barlume di speranza. Loro – dichiara in lacrime – hanno paura. Non sanno piu’ cosa significa vivere”.
Proprio pochi giorni prima dell’interruzione del programma di protezione, inoltre, Luigi ha ”ricevuto l’ultima intimidazione trovando alcuni bossoli di proiettili sul parabrezza” della sua auto. ”A quel punto – racconta – ho denunciato il fatto ai Carabinieri di Torre Annunziata. Poi ho scoperto una cosa molto strana: un arsenale di cimici e rilevatori Gps nascosti nel cruscotto, con una telecamera nascosta vicino al sedile dell’auto…”.
Al ministro Cancellieri chiede di ”rivalutare” la sua ”condizione. Sono un testimone di giustizia – conclude Coppola – sono orgoglioso di esserlo e voglio lanciare un appello a tutti i commercianti d’Italia: ‘Denunciate le usure e le estorsioni mafiose. Denunciate, cosi’ un giorno non avremo piu’ bisogno di scorte”. asca