L’austerity non funziona, debito pubblico italiano vola al 132% del Pil

Le misure di austerity non hanno reso meno indebitata l’Italia. Anzi, il debito pubblico è cresciuto. Lo confermano i dati comunicati oggi da Eurostat. E lo conferma una ricerca del Centro Studi ImpresaLavoro. Dal 2014 ad oggi il debito pubblico italiano è cresciuto di 138 miliardi di euro portandosi in termini assoluti a quota 2.218 miliardi di euro, dai 2.173 miliardi dell’anno precedente.

Peggio dell’Italia in Europa è solo la Grecia che presenta un debito pari al 180% del Prodotto interno Lordo. Secondo Eurostat infatti nel 2016 il debito pubblico ha raggiunto il 132 per cento del Pil, in rialzo rispoetto al 131,5% del 2015 mentre l’ammontare del Pil italiano è risultato in crescita a 1.681 miliardi, dai 1.652 miliardi del 2015.

In Italia qualche sorriso arriva solo dal noto rapporto tra il deficit-Pil: grazie agli spiragli di ripresa che come abbiamo visto già nel 2016 hanno consentito all’Italia di aumentare la “ricchezza prodotta dal Paese”, Eurostat certifica il calo del disavanzo: un segno di ripresa dalla malattia strutturale che condanna l’Italia nella black list europea.

Secondo i certificatori europei l’Italia ha chiuso il 2016 con un deficit-Pil in limatura al 2,5 per cento (a fronte del 2,6 per cento del 2015) pari ad un disavanzo di 41,9 miliardi di euro.

Nel 2017 il debito è ancora in aumento

Il trend di crescita è proseguito anche nel 2017, stando all’analisi delle serie storiche mensili di Bankitalia: da aprile a luglio il debito è aumentato di altri 39,4 miliardi, toccando quota 2.299 miliardi di euro. Nei primi sette mesi del 2017 il debito è aumentato complessivamente di 82 miliardi di euro, un dato in linea con lo stesso periodo del 2016 (+83 miliardi) ma nettamente superiore a quello del 2015 quando il nostro debito era cresciuto “soltanto” di 64 miliardi.

Meno deficit, più debito (tranne che per la Germania)

Come ricorda Europa Today, supplemento dedicato alle politiche comunitarie, qualcosa non va nelle politiche europee improntate al rigore, almeno per quanto riguarda i paesi con maggiore debito pubblico come, per l’appunto, l’Italia e le Grecia. Atene, per fare un esempio, tra tagli e misure lacrime e sangue, nel 2016 ha persino fatto registrare un avanzo di bilancio (+0,5%), ma nonostante questo il debito pubblico è cresciuto di 4 punti percentuali, mai cosi’ alto dal 2013 a oggi.

Se si guarda alle grandi economie europee, poi, tra il 2013 e il 2016 il debito sale ovunque, a eccezione della Germania: nel Regno Unito si passa dall’85,6 all’88,3% nonostante la spesa corrente sia stata dimezzata. Lo stesso accade in Francia: deficit ridotto, ma debito che sale di 4,1 punti. E non è da meno la Spagna, il cui debito passa dal 95,5% del 2013 al 99,0% del 2016 pur riducendo il deficit di 2,5 punti.

Unica eccezione tra le grandi economie Ue, come dicevamo, è la Germania, che non solo ha annullato il deficit (arrivando a un surplus dello 0,8% nel 2016), ma ha anche ridotto notevolmente il debito, passando in quattro anni dal 77,4% al 68,1%.

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