Sgarbi: “Roma muore insieme alle sue meraviglie. Lo Stato non c’è”

di Vittorio Sgarbi

Lo Stato non c’è. Ne abbiamo la prova a Roma, dove, in prossimità del quartiere Coppedè, in via Ticino 3, davanti agli occhi esterrefatti degli abitanti si sta tranquillamente abbattendo un edificio, eretto tra il 1930 e il 1931, il villino del Conte Naselli, progettato da Ugo Gennari e vanamente difeso da una bella cancellata distrutta.

Abbiamo trovato i disegni originali, e io li ho fatti avere al ministro che ha manifestato il suo ammiccamento agli architetti contemporanei, sottraendosi alla funzione primaria di tutela ribadita dalle ultime norme, che pure stabiliscono non più in cinquanta ma in settant’anni il riconoscimento dell’interesse storico. Il villino Naselli ne ha ottantasei. Non fidandomi, ho presentato un esposto alla Procura di Roma aspettandomi un intervento di sospensione dei lavori, che invece ieri mattina sono partiti di gran lena smantellando quasi metà dell’edificio. Contro la legge e per pura speculazione, mettendo in vendita i futuri appartamenti di un orrido condominio, disegnato da tale Ridolfi, presidente dell’ordine degli architetti di Roma. Un progetto mostruoso, ictu oculi, ma non per gli occhi di un ministro, che non ha poteri gerarchici sulle sovrintendenze, e non interviene per non commettere abusi di ufficio.

Intanto, con tutte queste autorità informate dei fatti, i costruttori bellamente continuano a distruggere. Non bastava il terremoto. Roma muore e non si difende.

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