“Mamma amo un profugo” e la sindaca Pd si infuria con la figlia “sei malata”

Fa discutere la “guerra in famiglia” tra Francesca Testi e la mamma, Margherita Scarpellini, sindaco del Pd di Monte San Savino.

La ragazza di 32anni ha indirizzato una lettera ad un quotidiano nazionale per parlare della sua relazione con un migrante mal digerita dalla mamma:

“Lavorando fra i migranti – è la sostanza – mi sono innamorata di Jeff. Quando ne ho parlato con mia madre, persona di sinsitra, sono rimasta delusa dalla sua reazione. Mi ha detto che sono una persona malata, che i neri vanno solo compatiti, che avrebbe dovuto farmi arrestare, che lui sta con me solo per tornaconto”.

Parole che hanno acceso anche la reazione qualche esponente politico, come ad esempio Cristiano Romani, del Movimento Sovranista che ha messo nel mirino il sindaco Pd: “Parole che squarciano il velo dell’ipocrisia della sinistra e del Pd che applica alla lettera la filosofia di accogliere tutti i migranti ma lontano da casa mia e soprattutto senza contatti e relazione con propri cari.In stile Capalbio per intenderci. Tutto ciò è assolutamente inaccettabile”.

E come riporta la Nazione, la stessa Scarpellini ha replicato alle accuse:

“Trovo davvero meschino che una vicenda che appartiene alla mia dimensione familiare venga distorta e strumentalizzata in chiave politica. (…) L’affetto verso una figlia è normale che generi preoccupazioni allorchè essa si trovi a frequentare una persona che vive una situazione di estrema precarietà. Nulla contano in questo il colore della pelle o la provenienza geografica. Allo stesso modo è normale che certe preoccupazioni siano mal interpretate e possano generare incomprensioni, sempre all’interno di una famiglia”.

IL GIORNALE

LA PAGINA DELLA LETTERA DI FRANCESCA TESTI A CONCITA DE GREGORIO SU ‘REPUBBLICA’ È STATA CANCELLATA. MA SU INTERNET SI RITROVA TUTTO…

Qui di seguito la lettera di Francesca

IL RAZZISMO SPIEGATO A MIA MADRE

“Ho quasi 32 anni e dopo una laurea con lode all’università di Siena e dopo gli strenui e vani tentativi di entrare all’università come ricercatrice, disperata, ho accettato un lavoro come insegnante di italiano ai richiedenti asilo alloggiati presso la Croce Rossa di Arezzo. Così è cominciato questo viaggio verso l’Altro, verso quel diverso che tanto fa paura”.

“E sì devo ammettere che è tutto molto diverso da ciò che raccontano i giornali e la tv. Perché l’indifferenza è anche tra coloro che lavorano in mezzo ai migranti, il razzismo si respira anche tra chi si definisce ‘volontario’. Tutti questi volti, tutti questi nomi, tutte queste storie che vivo ogni giorno appartengono a persone che non ho mai guardato con pietà. La delusione più grande per me è arrivata proprio dalla mia famiglia: una famiglia che è sempre stata di sinistra, dalla parte dei più deboli. Ho conosciuto qualcuno, lavorando, di cui mi sono innamorata. Il suo nome è Jeff. In quel luogo abbandonato mi sono sentita di nuovo viva”.

“Quando mia madre ha scoperto che il mio amore era nero e per giunta richiedente asilo mi ha detto che ero una persona malata, che quella gente andava solo compatita, che avrebbero dovuto arrestarmi i carabinieri, che tanto quelle persone cercano solo un mezzo per fare una vita migliore. Ho sofferto moltissimo. Ho comunque lottato per difendere i miei sentimenti, ormai nostri. Ho cominciato a cercare persone come me, con un amore come il mio. E di persone ‘malate’ evidentemente ce ne sono tante”.

“A partire da Arezzo, la mia città. Mi sono sentita più forte. Mia zia mi dice: ‘Bé certo alla mamma non fa piacere che tu esca con un profugo. Poi di che parlate? Dovresti volere il meglio per te. Un uomo che ti porti a cena fuori, che ti faccia sognare. Con lui c’è troppa differenza’.

Le parole sono pietre. Vorrei che tutti potessero capire che Jeff mette allegria e trasmette pace. Mi fa sentire proprio al sicuro. Soprattutto c’è un grande rispetto in quello che fa nei miei confronti. Un rispetto mai provato prima. Parliamo di tutto. Lui ascolta me incuriosito dai miei punti di vista. Io ascolto la sua saggezza. Sa sempre calmare i nervosismi, le impulsività, le cantonate a cui sono soggetta. E’ vero lui non ha niente ma se sono con lui non ho bisogno di altro. Sappiamo guardare al di là di borse o vestiti firmati, delle apparenze”.

“Questo ci rende ricchi. ‘L’essenziale è invisibile agli occhi’ dice il Piccolo Principe. Vorrei che un giorno tutti vedessero col cuore. Forse il mondo sarebbe più giusto e più tollerante. Vorrei che mia madre si fidasse di me, che non mi giudicasse una povera disperata malata di mente, che accettasse il mio essere molto diversa da lei. C’è in Jeff una fiducia incredibile nell’umanità che in certi momenti mi fa sentire meschina e mi fa tenerezza. Mi trasmette forza, speranza. E’ già da tempo che non sono solo io a prendermi cura di lui, contrariamente a ciò che tutti credono. E’ anche Jeff ora che si occupa di me”.