Regeni, il Governo italiano smentisce “prove esplosive” Usa contro l’Egitto

Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha annunciato il ritorno al Cairo dell’Ambasciatore Giampaolo Cantini, dopo che l’8 aprile 2016 l’allora Capo Missione Maurizio Massari venne richiamato a Roma.

“Consegnerò all’ambasciatore Cantini – annuncia Alfano – una lettera di missione che conterrà tante raccomandazioni per seguire passo passo l’evolversi delle indagini sul caso che ci sta a cuore. In questo senso, le iniziative di cui il nostro ambasciatore si farà carico, toccheranno tre aspetti: politico-diplomatico; contro l’oblio; a sostegno di azioni umanitarie”.

Immediata la reazione USA, forse contraria al riavvicinamento dell’Italia all’Egitto.

Gli Stati Uniti dell’amministrazione Obama acquisirono prove che Giulio Regeni era stato rapito, torturato e ucciso dai servizi di sicurezza egiziani e avvertirono il governo Renzi. Lo rivela il New York Times. “Abbiamo trovato prove incontrovertibili sulla responsabilità di funzionari egiziani”, ha detto una fonte dell’amministrazione Obama al New York Times, secondo cui gli Stati Uniti “passarono la raccomandazione al governo Renzi”.

Il governo italiano smentisce

(askanews) In merito all’inchiesta dedicata dal New York Times alla morte di Giulio Regeni in Egitto pubblicata a Ferragosto, fonti di palazzo Chigi nella tarda serata di ieri hanno precisato come “nei contatti tra amministrazione Usa e governo italiano avvenuti nei mesi successivi all’omicidio non furono mai trasmessi elementi di fatto, come ricorda tra l’altro lo stesso giornalista del New York Times, nè tantomeno ‘prove esplosive'”. Ed è stato altresì sottolineato dalle stessi fonti del governo italiano che “la collaborazione con la procura di Roma in tutti questi mesi è stata piena e completa”.