RAI, contratto da 11 milioni a Fazio: la Corte dei Conti si mette in moto

La Procura generale della Corte dei Conti si mette in moto sul rinnovo del contratto Rai a Fabio Fazio. La segreteria del Procuratore generale Claudio Galtieri ha inoltrato per le “valutazioni di competenza” alla Procura regionale del Lazio, retta da Andrea Lupi, la documentazione contenuta nella lettera esposto che il 24 giugno il deputato Pd Michele Anzaldi, segretario della Vigilanza Rai, ha inviato alla magistratura contabile e all’Autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone. A confermarlo è lo stesso Anzaldi.

“Avevo inviato l’esposto all’attenzione del procuratore generale della Corte dei Conti, Claudio Galtieri. Proprio oggi – spiega Anzaldi, alla richiesta di un aggiornamento sulla questione – i suoi uffici mi hanno risposto, dicendo che la documentazione è ora posta all’attenzione della Procura regionale del Lazio per le valutazioni di competenza. Ringrazio il procuratore Galtieri, anche perché stiamo parlando di 70 milioni di euro di soldi dei cittadini che pagano il canone. Una cifra enorme, che impegna anche il prossimo Cda Rai per ben quattro anni”.

Nell’esposto Anzaldi sosteneva che “il caso del rinnovo milionario del contratto di Fabio Fazio in Rai, oltre ad alimentare perplessità e indignazione in termini di opportunità morale per un’azienda pagata per due terzi dal canone degli italiani, solleva gravi dubbi in ordine alla legittimità e al possibile danno erariale causato al servizio pubblico. Si configura uno scandalo di grandi proporzioni, che colpisce le casse dell’azienda e causa anche un evidente danno reputazionale di fronte al Paese che fa sacrifici e tira la cinghia, mentre una casta di intoccabili aumenta sempre di più i propri super compensi”.

Nella lettera esposto poneva l’attenzione su alcuni punti del contratto che legherà Fazio alla Rai fino al 2021:

“mancata applicazione della delibera del Cda sulla riduzione del 10% dei compensi sopra i 240 mila euro; assegnazione di un compenso a Fazio attraverso una società che al momento risulta ancora non costituita; assegnazione parziale della produzione di ‘Che tempo che fa’ a una società esterna senza bando di gara; pagamento dei diritti per una trasmissione che va in onda in Rai da 14 anni; anomalia del contratto quadriennale e non triennale, che scavalca anche il prossimo Cda”.