Cacciari: “Il Pd è caduto nel ridicolo. Renzi bambino autoritario”

Il machete di Massimo Cacciari per fare a pezzi Matteo Renzi e il Pd. Intervistato dal Fatto quotidiano, il filosofo-ex sindaco brutalizza il segretario democratico e i suoi fratelli coltelli: “Ormai hanno smonato (rotto, ndr) gli italiani, stanno cadendo nel ridicolo“.

Non si salva nessuno, nemmeno le potenziali alternative a Renzi, da Romano Prodi (“è il primo a cadere nel ridicolo. Che vuol dire faccio il Vinavil della coalizione? Romano benedetto cosa vuoi incollare? Ma se i tuoi amici ti hanno mandato a casa in una situazione infinitamente meno corrotta di questa”) a Giuliano Pisapia (“Che senso ha mettere insieme Bersani, D’Alema, Veltroni? Saranno sommersi da una risata per disperazione”) e Andrea Orlando (“Ma di che parliamo? Politicamente è una nullità. Nel Pd non c’è più nessuno”) .

Il problema principale però resta lui, Renzi. Il Pd, spiega Cacciari, è “il partito di un capo infantilmente autoritario, che compie errori grossolani da Abc della politica e si circonda solo di fedelissimi”.

“Tu Renzi volevi essere il Macron italiano, continuare a fare il Rottamatore spavaldo e spocchioso della Leopolda? Bene – lo irride il filosofo -. Invece che cosa fai? Rimani tre anni a farti logorare dai tuoi oppositori. Non si fa così. Il Partito di Renzi lo dovevi fare immediatamente, allora sì che diventavi Macron. Adesso è tardissimo”.

Il guaio è che Renzi “ha un carattere che gli impedisce di fare il capo di un partito. Non è capace di costruire, per questo non è un leader e fa errori. Le leadership sono una cosa seria, pensiamo alla storia della Dc, del Pci”.

In più, c’è l’ormai lunga trafila di errori tattici e strategici, dal referendum (“è riuscito a mettersi tutti contro, da Berlusconi ai grillini”) al finto sostegno a Paolo Gentiloni (“Invece di appoggiare lealmente il governo si è messo a fare la fronda. Una volta cercando la sponda di Berlusconi, un’altra quella dei grillini”. E adesso? “Non ci sono alternative. Renzi, come gli altri, sta scavando la sua trincea – è l’amara conclusione di Cacciari – . Per difendersi, innanzitutto. E coltivare poi la speranza di sopravvivere: un po’ per la rendita che gli viene dalla storia che ha ereditato nel Pd, un po’ per le debolezze altrui. E farà altri errori. Perseverare è diabolico”.

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