Afghanistan: la collina delle vedove, rifugio delle donne discriminate e sole

 

La chiamano Zanabad, la città delle donne. Su questa collina rocciosa, a 15 chilometri da Kabul, vivono centinaia di afgane, tutte vedove, e i loro figli. Una comunità nata spontaneamente alla fine degli anni Novanta quando Bibikoh, la matriarca, schiacciata dalle difficoltà di vivere in città senza marito e con i figli, fuggì sulle colline. Qui ha costruito la sua casa con le sue mani, seguita da altre centinaia di donne. Dopo la sua morte, nel 2016, la comunità viene guidata da sua figlia Anissa, fra mille difficoltà.

“Ci siamo appuntate i nostri veli in testa, abbiamo arrotolato i pantaloni e col fango ci siamo messe a costruire le case. Ma ogni volta arriva qualche poliziotto che prova a distruggerla o ci chiede una tangente. Noi non abbiamo niente, così ci nascondiamo e aspettiamo che vadano via”.

In questi anni qui hanno abitato fino a 500 donne, tutte in fuga dalle difficoltà di continuare a vivere senza marito, che tradizionalmente mantiene la famiglia. La discriminazione delle donne, che vivono fra una selva di divieti di accedere a istruzione, formazione, lavoro, diventa uno stigma sociale nel momento in cui rimangono sole. Anche trovare una casa in affitto è dura, il governo dà un contributo minimo di circa 150 dollari al mese, ma solo se il marito è morto in un’azione militare. E comunque non basta.In tutto questo Zanabad resta un’oasi di pace nel caos degli attentati e della guerra che negli ultimi decenni ha lasciato vedove 2 milioni di donne. askanews

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