Souad Sbai: “L’Italia pensi ad un embargo contro il Qatar e i suoi finanziamenti loschi”

L’Isis stava progettando un attentato nel milanese a Sesto San Giovanni. Un giovane italo-marocchino si era fatto assumere in un centro commerciale per poter compiere una strage. L’On. Souad Sbai, Esperta di terrorismo di matrice islamica, di politiche di integrazione e di scenari geopolitici, commenta, in un’intervista esclusiva rilasciata ad Almaghrebiya, l’attentato, prontamente, sventato dalle nostre forze dell’ordine: “Nell’ultimo anno, in Italia, ci sono state un migliaio di operazioni legate a dei finanziamenti provenienti dal Qatar. Dal nostro Paese sono partiti svariati milioni di Euro. Secondo i dati del ministero dell’Interno, in Italia, sono passati 125 jihadisti, anche se a noi risultano molti di più”.

Un terrorista dell’Isis era pronto a compiere un attentato a Sesto San Giovanni. Secondo Lei, si tratta di una cellula organizzata?

“Certo, si tratta di una cellula molto organizzata, più di quanto si possa immaginare. Dietro di loro ci sono migliaia di persone che pianificano gli attentati. Dobbiamo smetterla di pensare che sono dei lupi solitari impazziti. Questo terrorista è cresciuto in Italia, la riprova che un forte proselitismo è stato fatto su di loro, mirato, intelligente, e anche la scelta delle persone passa per esperti in psicologia. Nell’ultimo anno, in Italia, ci sono state un migliaio di operazioni legate a dei finanziamenti provenienti dal Qatar. Dal nostro Paese, sono partiti svariati milioni di Euro. Secondo i dati del ministero dell’Interno, in Italia, sono passati 125 jihadisti anche se a noi risultano molti di più. Se non prendiamo dei seri provvedimenti e continuiamo con il laissez-faire, c’è il rischio che i covi jihadisti, nelle nostre città, possano aumentare. Va fermato il progetto del Pd, che con i soldi della Qatar Charity, vorrebbe far costruire una moschea”.

L’Italia potrebbe essere colpita?

“Io dico che ci dobbiamo aspettare una polveriera anche in Italia. Il governa italiano e l’Unione europea prendano in considerazione l’idea di mettere un embargo sul Qatar. Sarebbe già un passo importante contro il jihadismo terrorista. Queste persone combattono dappertutto e si muovono ovunque. Oggi, il processo di radicalizzazione avviene soprattutto nelle carceri”.

Lei si occupa delle donne musulmane e della loro integrazione, il processo  di integrazione di queste donne si è compiuto ?

“Non è mai iniziato perché molte donne continuano ad essere segregate senza nessuna istruzione, né evoluzione. Vi rendete conto che quest’anno il  60% delle bambine non ha frequentato la scuola dell’obbligo perché, a loro volta, sono state segregate. E’ inaccettabile che, in un Paese occidentale che rispetta il diritto all’istruzione, ci sia una situazione di non denuncia, di indifferenza e di silenzio da parte delle istituzioni che dovrebbero essere, naturalmente, preposte alla tutela di queste minori. Rischiamo di avere, nel nostro Paese, tanti casi come quello di Sesto San Giovanni. Il Centro Averroè ha, più volte, denunciato la drammatica situazione delle minori, tolte dalle scuole dell’obbligo”.