Sempre più grave la situazione delle carceri dell’Emilia Romagna e di quello di Rimini in particolare. La denuncia viene da Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del SAPPE e Francesco Campobasso, segretario nazionale che lamentano che i politici “hanno ormai abdicato ad ogni politica della sicurezza, a vantaggio di carceri e detenuti liberi di fare quello che vogliono”.
Emerge così che nel carcere di Rimini, nel corso di una recente perquisizione straordinaria, sono stati rinvenuti 5 telefonini, 3 grammi di hashish, 2 coltelli rudimentali, una chiavetta USB, auricolari vari, in sostanza tutti oggetti non consentiti. Si tratta, tra l’altro, di un carcere sovraffollato, con particolari problemi che aumentano d’estate, quando la popolazione detenuta cresce ancora di più e necessiterebbero altri 30 agenti per una migliore gestione della struttura. Lamenta il Sappe:
“Sono di tutta evidenza le responsabilità dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria e della politica che ormai hanno istituito per legge, con la recente riforma sul processo penale e sull’ordinamento penitenziario, la vigilanza dinamica, l’affettività in carcere (sesso in carcere) e l’uso di video-collegamenti per i detenuti di ogni genere, al fine di comunicare con le famiglie”.
“Da tempo denunciamo la situazione del carcere di Rimini, ma i vertici dell’amministrazione non fanno nulla. Negli ultimi tempi sono emersi anche veri e propri eventi critici, con episodi che hanno visto in due momenti distinti detenuti salire sul tetto della chiesa adiacente al cortile passeggi dell’istituto. Negli ultimi due anni, nel carcere di Rimini, si sono avvicendati 5 direttori in missione e diversi comandanti”.