BOLOGNA, 16 GIU – Per 1.380 giorni di detenzione a Modena Catia Caliti, condannata in via definitiva a 16 anni per l’omicidio del padre, ha avuto a disposizione in cella uno spazio inferiore ai tre metri quadri, in violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che proibisce il trattamento disumano o degradante. E’ il motivo per cui l’ufficio di Sorveglianza di Bologna, accogliendo il reclamo del suo difensore, il penalista Savino Lupo, ha disposto uno sconto di pena di oltre quattro mesi e mezzo: 138 giorni, un giorno ogni dieci in cui ha subito il pregiudizio.
Caliti, 55 anni, è in carcere dal 22 febbraio 2010, quando fu arrestata per aver ucciso il padre 88enne a Carpi. Dalla relazione dell’istituto penitenziario di Modena è stata constatata dal giudice la violazione dello spazio fruibile individuale per i periodi in cui è stata in celle troppe piccole e condivise con una o due detenute. Dal gennaio 2014 è stata trasferita nel carcere di Bologna, dove non sono emerse irregolarità. (ANSA)