E’ iniziato tutto con un’amicizia: due adolescenti hanno cominciato a conoscersi, frequentarsi e, alla fine, si sono innamorati. Presto però il sentimento si è mischiato con la violenza, l’aggressività e le minacce e per la vittima è cominciata anche una spirale di brutali vessazioni fisiche, sessuali e psicologiche dalla quale è stato difficile uscire.
Come racconta Jessica Signorile su MonzaToday, i poliziotti del commissariato di Monza lo scorso 17 maggio hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di B.N, 24enne albanese, residente a Monza, con l’accusa di lesioni personali, sequestro di persona e violenza sessuale al termine di un’indagine avviata a inizio anno quando negli uffici della polizia di Stato si è presentata la vittima, che con il supporto di un amico ha deciso di raccontare tutto e di denunciare le violenze subite.
La studentessa, italiana, monzese, A.L., oggi ha 21 anni ma all’epoca dei fatti era ancora minorenne. La giovane aveva conosciuto il ragazzo nel 2007 e tra i due era nata un’amicizia che nel 2009 poi si era trasformata in una frequentazione fino a diventare nel 2011 una relazione d’amore stabile. Presto però l’indole aggressiva del compagno si è manifestata in tutta la sua brutalità e sono iniziate le violenze che si sono susseguite con un’escalation di crudeltà che è terminata soltanto quando, a fine 2013, la relazione tra i due si è interrotta perchè il ragazzo ha iniziato a frequentare un’altra giovane sua connazionale.
Prima le lesioni e le botte, poi le violenze sessuali con rapporti non consenzienti o consumati dietro minacce con la paura da parte della ragazza di subire ritorsioni e di mettere in pericolo anche la sua famiglia. In un’occasione la giovane, malmenata dal compagno, era dovuta ricorrere alle cure mediche del Pronto Soccorso e ai medici aveva raccontato di essere caduta in motorino. Un banale incidente, per nascondere una triste verità che invece, dentro, faceva più male della quale, ancora, nemmeno la sua famiglia si era accorta.
Al termine di una lite poi nell’ottobre 2013 il ragazzo, per punire la fidanzata allora adolescente, l’ha rinchiusa per giorni in cantina, segregandola e costringendola ad avere rapporti sessuali. La vittima, ripercorrendo quei tragici momenti con i poliziotti ha raccontato di non avere avuto cognizione del tempo trascorso rinchiusa in quel locale, segregata dal mondo, e di essere certa di avervi trascorso almeno due notti. Ai genitori della ragazza lui, per evitare che qualcuno sospettasse qualcosa, aveva inviato un sms dicendo che sarebbero stati lontani per una vacanza qualche giorno. Invece la ragazza era sempre rimasta a Monza, a pochi chilometri da casa a vivere un incubo senza riuscire a chiedere aiuto.
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