Con l’approssimarsi della stagione delle dichiarazioni fiscali, è partita la campagna delle associazioni per contendersi il 5X1000 dell’Irpef; una torta, potenziale, da 776 milioni di euro (dati anno fiscale 2015) da sottrarre dalla disponibilità dell’Erario e, quindi, della collettività. In molti effettuano tale scelta pensando (o forse lo sperano) che gli enti destinatari investano i denari in maniera maggiormente efficiente ed efficace dello Stato.
A consuntivo è, veramente, così? Qualche dubbio è lecito – scrive giustamente affaritaliani.it
Prendiamo ad esempio Greenpeace Italia. Benché da un’analisi del bilancio sociale e di sostenibilità 2015 (ultimo pubblicato) emerga una scarsa trasparenza sull’impiego reale, effettivo e specifico dei fondi raccolti, ho provato a capirci qualche cosa di più.
I fondi raccolti (contributi, donazioni e 5X1000) sono 7,95 milioni di euro. In oneri promozionali e di raccolta fondi, attraverso le attività di dialogo diretto, telemarketing, mailing, web e DRTV, vengono impiegati 2,82 milioni; in altri termini per raccogliere soldi, si spende il 35% dei soldi raccolti. In supporto alle attività generali (direzione, CDA, amministrazione, spese ufficio, ecc.) se ne vanno altri 1,27 milioni di euro (di cui 532 mila euro in costi del personale).
Per le attività tipiche rimangono 3,4 milioni di euro, dai quali vanno sottratti 1,6 milioni di euro trasferiti a Stichting Greenpeace Council e 928 mila di euro in non meglio identificati servizi di supporto (media, Greenpeace news).
Alla luce di quanto sopra, in campagne svolte sul territorio nazionale vanno solo 818 mila euro (di cui 176 mila in coordinamento), il 10,3% dei fondi raccolti.
Da ultimo, non in ordine di importanza, chi si aspetta che vi si dedichino esclusivamente volontari, rimarrà deluso. I 52 dipendenti costano 1,5 milioni di euro l’anno; l’esborso medio è di 29 mila, ma non è dato sapere il dettaglio per le posizioni apicali.
Se i risultati dovessero sembrare deludenti, consolatevi: c’è chi sostiene che tante altre ONG ed Onlus facciano peggio.