E andiamo, su! Pur nutrendo una stima profonda per il Procuratore Gratteri, e rispettando il suo lavoro e quello dei suoi ottimi collaboratori, non posso non ripropormi/vi la domanda: Ci voleva Gratteri per svelarci il segreto dell’acqua calda? Che il bisinis dei negri sia in mani malavitose, massomafiopolitiche, lo sappiamo tutti. Da sempre! O no??????
Io stesso – perdonerete l’autocitazione – lo scrivo da anni! Ma si dice che non ci sia peggior sordo di chi non vuol sentire. E gli italiani, o se ne strafottono, o calano le braghe davanti ai potentati – politici, religiosi, massoni, mafiosi… – sperando in un possibile interesse personale futuro. “Non si sa mai…”, dicono madri e padri mentre, omertosamente, si schierano dalla parte sbagliata. Per “un posticino” riservato per figli e nipoti darebbero il culo ad un gorilla, se fosse onorevole, boss o monsignore. Magari venerabile.
A Isola Capo Rizzuto, il prete e i boss si sono sfondati di milioni di euro. E chi glieli faceva arrivare? Topolino? L’abate Faria? Tristano di Isotta? O non, piuttosto, qualche dis/onorevole incastonato all’uopo al posto giusto? Attendiamo il prosieguo delle indagini e, se lo faranno andare avanti, il Procuratore di Catanzaro ci regalerà ben più corpose rivelazioni rispetto a quelle consegnate, al momento, alla stampa. Lo spero assieme a quelle altre decine di Cassandre con le quali condivido vaticini. Anzi, ne sono sicuro.
Ma inviterei TUTTE le Procure ad indagare – e a farlo bene – fra le carte e le stanze di questi finti paradisi della fratellanza del cazzo. E a dare credito a quei Si dice… di paese a proposito di SPRAR e affini. Di farlo in tutta Italia e, soprattutto, in queste regioni già martoriate dai poteracci da secoli. Calabria in testa! Sai che belle scoperte! Altro che sbarco su Marte e Venere…
Perché mai, infatti, le massomafiopolitiche (MMP) avrebbero dovuto farsi scappar di mano questo fruttuosissimo oceano di miliardi di euro? Vagoni di comodi soldoni freschi di conio europeo, in mazzette da cento e fino a cifre inimmaginabili, pronti per la spartizione in percentuali stabilite sui tavoli delle riunioni dei piani alti di grattacieli di cristallo quasi puro. Quasi vergine. Ma stiamo scherzando? Su, su, che lo sanno anche le felci preistoriche d’Aspromonte e i profumati porcini della Sila, passando per le silenziose stanze della Certosa di Serra San Bruno, magari, o le poderose sale del ricco Museo Archeologico di Reggio (o Peggio*) Calabria, che gli sbarchi sono affare delle mafie e dei loro soci in tonaca o/e grembiulino e compasso. Come tutto ciò che produce e procura arricchimento e strapotere.
No, non mi scandalizzano i titoloni, cartacei e televisionari, di queste ultime ore. Mi fa incazzare il finto stupore di molti. Falsi, ipocriti sepolcri imbiancati! Maschere di gommamerda. Finti buoni e finti ignari! Tanti, se non tutti, collusi, per beceri interessi personali di puro stampo MMP.
Eh, sì! Che da queste parti Non si muova foglia che ndrangheta non voglia non è un mistero. E tutti coloro i quali arrossiscono davanti ad una retata a bordo centro accoglienza sono bugiardi e pericolosi!!!
Quindi, a dirla tutta, è solo questione di tempo: si sbrighino le Istituzioni e l’Informazione a raccontarla giusta, onesta, credibile. Ché di bugie ne abbiamo piene le balle!
#Frameeme.
Dal blog di Nino Spirlì – – il Giornale