L’invasione dei migranti in Italia si poteva bloccare, ma il governo Renzi rifiutò questa possibilità. Lo spiega il giornale
È Ernesto Vita, imprenditore bolognese del settore metallurgico e del beverage a raccontare dell’esistenza di un progetto che lui stesso e un suo socio presentarono alla Tunisia congiuntamente al sindaco di Djerba e al responsabile dell’ufficio turistico di quella località.
«Un progetto che – spiega l’imprenditore – prevedeva la ricollocazione dei migranti negli alberghi di quella zona, che aveva sempre vantato una vocazione turistica, ma che dopo i noti attentati al Bardo e a Susa, aveva portato a un calo esponenziale delle presenze».
Vita spiega come nel 2015 si trovasse a Djerba per lavoro. «Gli albergatori mi raccontarono della crisi – chiarisce – e decidemmo di stilare, insieme al primo cittadino di quella località, questo progetto che avrebbe potuto aiutare la ricollocazione dei migranti e far salire, allo stesso tempo, gli introiti delle strutture turistiche. Portammo il progetto al governo tunisino e il ministro di riferimento ci dette il benestare, dicendoci di non voler apparire di persona, ma di farci portavoce presso il governo italiano di questa idea. Un amico alto graduato delle forze armate italiane fece in modo di far pervenire il tutto al ministero dell’Interno, ma la risposta che ci fu data fu negativa».
All’epoca non ci si fidava della Tunisia, che aveva più volte disatteso a promesse fatte all’Italia. Eppure il progetto era veramente serio e ben coordinato e prevedeva, soprattutto, alcuni punti che avrebbero potuto risolvere, almeno in parte, il problema italiano.
L’ipotesi, tuttora esistente e, a detta di Vita, da subito applicabile, prevedeva la collocazione iniziale di 20mila ospiti in una cinquantina di hotel di Djerba. Col tempo si sarebbe arrivati a piazzarne 150mila, con una possibilità di estendere l’ospitalità a 500mila persone in tutta la provincia.
Djerba è una zona dotata di porto, aeroporto e servizi. Per cui i migranti sarebbero sbarcati a Zarzis e sarebbero stati portati negli alberghi su bus e sistemati nelle strutture. Sarebbe stato previsto personale in assistenza per 24 ore al giorno, vitto, alloggio con 3 pasti giornalieri e camere da 2 o 4 ospiti ciascuna, cambio biancheria e comfort di ogni genere. Si pensava, inoltre, a fornire una carta di credito prepagata a ogni ospite, su cui il governo italiano avrebbe versato le somme minime giornaliere. Considerando che il costo della vita, in Tunisia, è inferiore del 45 per cento rispetto all’Italia. La spesa per migrante sarebbe stata di 24 euro al giorno, ovvero di 11 euro inferiore a quella necessaria in Italia per singolo ospite.
«Il ministro Marco Minniti – tiene a dire Vita – sta portando avanti un progetto per la ricollocazione degli immigrati nei campi profughi che saranno creati in Nord Africa. Mi chiedo perché non scegliere una soluzione di questo tipo. Il nostro progetto, nei dettagli, è a totale disposizione del governo e applicabile da subito. Mi faccio garante e posso già operare per contatti con il sindaco di Djerba e i responsabili del turismo in Tunisia. Sono certo che questo provvedimento potrebbe portare a risolvere il problema immigrazione. Se non del tutto, almeno in parte».