La cancelliera Angela Merkel ha espresso rammarico per la cancellazione del colloquio tra il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel e ha al tempo stesso difeso la decisione del vice cancelliere di incontrare due organizzazioni non governative. “Siamo dell’idea che in un Paese democratico debba essere possibile, come lo è stato spesso anche in passato, incontrare anche delle ong critiche, senza che ciò abbia simili conseguenze”, ha detto il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert. La cancellazione è stata decisa da Israele dopo che Netanyahu ha chiesto a Gabriel – in visita nello Stato ebraico – di cancellare un incontro previsto con le ong pacifiste Breaking the Silence e B’Tselem, pena il mancato incontro tra i due. La cancelliera ritiene “spiacevole” che l’incontro sia saltato, ha continuato Seibert. “Tutto ciò non modifica l’enorme importanza delle nostre relazioni con Israele”, ha dichiarato il portavoce. (ANSA)
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Sottotraccia da diversi mesi, la crisi nelle relazioni tra la Germania e Israele ha raggiunto ormai il livello più basso da oltre mezzo secolo. E alcuni organi di stampa hanno titolato addirittura: “Gabriel ha sputato in faccia a Netanyahu”.
Ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha cancellato un colloquio previsto con il capo della diplomazia tedesca, Sigmar Gabriel, perché questo aveva voluto incontrare dei rappresentanti di due ong pacifiste molto critiche verso il suo governo. “Mi dispiace molto”, ha commentato laconico il socialdemocratico Sigmar Gabriel.Questa tensione diplomatica contrasta con la cosiddetta “relazione speciale” che unisce la Germania a Israele, 70 anni dopo il genocidio di 6 milioni di ebrei da parte del regime nazista. E la crisi potrebbe segnare una svolta in una relazione che ormai non vuole più derivare unicamente dalle responsabità storiche dei tedeschi. “Il trattamento particolare di Israele per ragioni storiche arriva ai suoi limiti con il governo Netanyahu”, scrive oggi il settimanale Der Spiegel, “la nostra colpa storica non può portare la Germania ad accettare che il governo israeliano si allontani sempre di più da valori che finora abbiamo condiviso“.
Le prime crepe in questa relazione sono iniziate a gennaio, quando il ministro degli Esteri tedesco ha detto per la prima volta di dubitare della volontà di Netanayahu di arrivare a una soluzione dei due Stati, dopo l’approvazione da parte del parlamento israeliano di una legge che consentiva a Israele di appropriarsi di nuove terre palestinesi nella Cisgiordania occupata. Subito dopo il governo di Angela Merkel ha annullato, ufficialmente per problemi di agenda, le consultazioni che hanno luogo annualmente fra i due governi. (askanews)