Milano – Lo chiamano «Festival della solidarietà con il popolo palestinese» ma per qualcuno è già «il tour dell’odio» contro Israele. Tre tappe fra Brescia, Verona e Assago. Oggi le prime due, domani quella milanese, cui parteciperà anche Manlio , capogruppo in commissione Esteri del Movimento 5 Stelle. IL GIORNALE
Fra gli ospiti, una serie di personaggi controversi, secondo gli esperti riferibili all’area dei Fratelli musulmani e spesso ambigui (a dir poco) sul tasto dolente dell’antisemitismo. Promotori due sigle, la prima è l’Associazione dei palestinesi in Italia; l’altra – l’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese – presenta un logo che cancella letteralmente Israele dalla mappa geografica del Medio oriente.
A Brescia, d’altra parte, la star sarà l’imam Riyad AlBustanji, noto per aver infiammato il Ramadan di Milano nel 2013. Presentato come un «sapiente» noto per avere concluso a 24 anni l’apprendimento a memoria di tutto il Corano, Bustanji in un’intervista a una tv satellitare mediorientale aveva inneggiato al «martirio» religioso, confessando di aver portato sua figlia a Gaza per imparare dalle donne palestinesi come si allevano i figli al «jihad». La presenza di un predicatore di questo genere a un evento con migliaia di fedeli musulmani (con un assessore a rappresentare il Comune) determinò la rottura dei rapporti fra la comunità ebraica milanese e i centri islamici del Caim, allora guidati da Davide Piccardo. Bustanji andrà d’accordo con Ahmad Shahroury, imam e predicatore televisivo, che in un video ha così elencato le caratteristiche degli ebrei: «Fra gli altri viltà, tradimento, ipocrisia».
Questo il clima dell’evento. Ad Assago presenzierà con entusiasmo Manlio Di Stefano, ministro «in pectore» dei 5 Stelle, movimento che il quotidiano israeliano «Haaretz», dopo la sua visita in Medio Oriente con Luigi Di Maio, ha definito apertamente ostile a Israele. D’altra parte, in un’intervista al «Manifesto», pochi giorni dopo Di Stefano, spiegò (bontà sua) di escludere sanzioni a Israele «in questo momento», parlando di un «attacco diplomatico». Domani a Milano ci sarà anche Arturo Scotto, ex capogruppo di Sel oggi in Mdp come Giovanna Martelli, altra ospite. E nel volantino, praticamente tutto in arabo, sono annunciati fra gli ospiti una serie di altri personaggi che lo staff del professore Lorenzo Vidino, studioso e direttore di un progetto di studio sull’estremismo alla George Washington University, ricostruisce così. Samira Douaifia, intanto, «algerina, componente del Msp, il maggiore partito islamico algerino, legata ai Fratelli musulmani, attivista della Women’s Gaza Flotilla nel 2016, fu respinta dalle autorità israeliane e rimpatriata in Algeria». Poi Abdallah Sanaan, «imam a Medina, molto legato agli eventi dei Fratelli musulmani in tutta Europa». E Abdelfattah Mourou, «politico e avvocato tunisino, fra i fondatori del Tunisian Islamic Tendency Movement, oggi conosciuto come Ennahdha Party, di cui è stato anche vicepresidente». Infine Mohamed Moussa El Shereif, saudita, «storico» e predicatore, che in un video ha definito gli ebrei come «nemici di Dio, della fede e del profeta» e in un articolo su Bin Laden, sui pro e contro, gli rimproverò gli attacchi nei Paesi musulmani, lodandolo per aver «riacceso la scintilla del jihad nelle anime (dei musulmani)».