Il dibattito internazionale dopo il bombardamento americano all’attacco chimico in Siria ha da subito spaccato le fazioni tra chi sostiene la condanna di Donald Trump contro Bashar al Assad e chi invece accusa i ribelli jihadisti in linea con la posizione di Vladimir Putin e del presidente siriano. Non per tutti però la vicenda siriana ha toni bianchi o neri, salvo le dichiarazioni delle diverse agenzie di intelligence e degli osservatori di parte, ad oggi non esiste una versione che si possa definire del tutto attendibile su come siano andati i fatti.
E su questa linea si schiera il giornalista Toni Capuozzo che da osservatore esperto e attento analizza con estrema razionalità quanto successo: “Se mi chiedi se Assad è capace di usare armi chimiche contro la popolazione civile – ha detto in un’intervista – rispondo di sì. Rispondo di sì anche se mi chiedi se i ribelli sono capaci di mettere bombe vicino alle abitazioni civili”.
C’è una verità però che emerge più forte delle altre, dal sapore più politico. Sulla mossa decisa da Trump, Capuozzo ha le idee chiare: “È tornato a essere il presidente degli Stati Uniti. Anzi, questa è una mossa alla Clinton. Il che dimostra che anche per Trump le campagne elettorali sono una cosa e la politica interna e internazionale un’altra. Anche lui si è omologato al fatto che gli Stati Uniti sono quelli che bombardano”. liberoquotidiano.it