Tre assenti (su sei) tra i grillini, uno (su tre) in Forza Italia: e così in Commissione Giustizia alla Camera è passata – 7 a 6 più due astenuti e un deputato che non ha partecipato al voto – la proposta del Pd sulla legittima difesa. Ora approderà in Aula (tecnicamente, sarà il «testo base»), e chissà cosa ne verrà fuori.
Premessa: la commissione è composta da più di 40 parlamentari, ma ieri ce n’ erano solo 16.
Sul tavolo, proposte di senso opposto. Una, quella che ha avuto il via libera, targata centrosinistra. Un’ altra, impallinata, del leghista Nicola Molteni. E che ricalca quanto già ipotizzato dai lumbard due anni fa. Non mancano, tra gli altri, un suggerimento di Fratelli d’ Italia e un paio a firma degli azzurri Gregorio Fontana e Mariastella Gelmini.
L’ obiettivo è sempre lo stesso: intervenire sulla legittima difesa, cioè sui casi in cui un malvivente entra in un’ abitazione e subisce la reazione del proprietario, che magari lo stecchisce come successo recentemente a Lodi.
Cosa deve succedere al cittadino che fa fuoco?
Secondo il Pd e il suo relatore David Ermini, va ritoccato l’ articolo 59 che riguarda le «circostanze non conosciute o erroneamente supposte».
In sintesi. Se Tizio si ritrova in casa un aggressore e spara, va assolto se è vittima di «un grave turbamento psichico» causato dal malvivente e dalla situazione.
Per capirci. Immaginate la scena. Villetta isolata. Notte. Il signor Rossi viene svegliato da alcuni rumori. In casa ci sono moglie e figlia piccola. Ha una rivoltella regolarmente detenuta. La afferra. In corridoio, s’ imbatte in un uomo incappucciato. Il tizio si dirige verso la stanza della bambina e ha in mano un oggetto.
Un’ arma? Nel buio non si capisce. Il signor Rossi spara.
L’ ospite sgradito finisce a terra. Morto. Secondo il Partito democratico, il giudice dovrà stabilire se la paura d’ essersi trovato davanti uno sconosciuto, oltretutto diretto verso la cameretta della figlia, può giustificare la pistolettata. La Lega la pensa diversamente.
La proposta di Molteni prevede un ritocco a un altro articolo (il 52). In modo da stabilire che, se il signor Rossi si trova in casa un estraneo e preme il grilletto, il signor Rossi ha sempre ragione.
Argomentazione della Lega: così si elimina la discrezionalità del giudice e si tutela chi si difende.
Argomentazione del Pd: così è il Far West, meglio far decidere a un magistrato.
Il tema è delicato e infiamma il dibattito: già un anno fa un testo approdò in Aula (era quello suggerito dal Carroccio): il centrosinistra cercò di modificarlo e poi tutto tornò in commissione. Cioè nel freezer. Dove infatti è rimasto mesi e mesi, prima di uscire dal cassetto.
Ieri, il voto.
«Vergogna, il testo del Pd è fumo negli occhi» tuona Ignazio La Russa di Fratelli d’ Italia. Che aggiunge: «Il nostro testo era molto simile a quella della Lega, mira ad aiutare la parte lesa e i magistrati». Secondo l’ ex ministro della Difesa, la proposta del Pd «lascia ampi margini di ambiguità e discrezionalità sul giudizio delle eventuali responsabilità di chi ha subìto la rapina».
Inferociti i lumbard, col capogruppo a Montecitorio Massimiliano Fedriga che parla di «testo truffa del Pd» e Molteni che promette battaglia «in aula e nelle piazze» perché «questa maggioranza non ha capito che i cittadini chiedono sicurezza, certezza della pena e la possibilità di difendersi». La Lega vuole fare calendarizzare il testo in Aula già settimana prossima.
di Matteo Pandini – – – LIBERO