Svolta nelle indagini per l’omicidio di Emanuele Morganti, il ventenne pestato fuori da un locale di Alatri e morto dopo due giorni di agonia. Due dei nove indagati sono stati fermati nella notte a Roma e si trovano nel carcere di Regina Coeli. Si tratta di Mario Castagnacci, ritenuto l’esecutore materiale del pestaggio, e Paolo Palmisani. Sarebbero in corso accertamenti anche su una presunta aggressione ai danni di alcuni sospettati.
Un albanese ha iniziato a importunare la fidanzata di Morganti. Questi ha reagito ed é scoppiata una lite. Sono intervenuti i buttafuori del locale, che hanno portato i due all’esterno. Qui gli amici dell’albanese avrebbero iniziato a colpire Morganti con calci e pugni, mentre intorno in molti assistevano terrorizzati. A un tratto uno degli aggressori avrebbe preso un oggetto di ferro, forse una chiave inglese o una spranga, e avrebbe colpito la vittima alla testa, lasciandola a terra incosciente.
“All’interno del locale c’era un gran numero di persone – ha spiegato il procuratore capo di Frosinone De Falco -, c’è stato un banalissimo diverbio tra Emanuele e un’altra persona erroneamente indicata come albanese, circostanza non vera che poi ha originato una serie di equivoci.
La lite sarebbe nata dal pagamento di una bevanda, determinata anche dallo stato di alterazione da alcol, non di Emanuele, che poi è stato portato fuori dal personale del locale mentre la persona da cui è nato il diverbio è rimasta all’interno e non ha preso parte all’aggressione”.
“Una volta fuori – ha aggiunto il procuratore capo – nell’immediatezza del locale, c’è stata un’aggressione da parte di diverse persone, delle quali ora è in corso l’identificazione e con modalità diverse le une dalle altre. Emanuele ha cercato di allontanarsi, ma è stato seguito, e una volta tornato sui suoi passi forse per riprendere la ragazza è stato aggredito con forza e intensità diverse. Quella letale è stata l’ultima, determinando importanti lesioni al cranio e poi la morte”. (AdnKronos)